A Obama e Romney i cattolici preferiscono il papa

Crescono negli Stati Uniti gli indici di popolarità di Benedetto XVI. E anche dei vescovi, per la loro battaglia per la libertà. Sei ex ambasciatori in Vaticano si schierano con il candidato mormone. Un’indagine del Pew Forum

di Sandro Magister

ROMA, 9 agosto 2012 – Nel messaggio che ha inviato tre giorni fa ai Cavalieri di Colombo, alla vigilia del loro congresso annuale, Benedetto XVI si è unito ancora una volta alla battaglia in atto negli Stati Uniti contro “la gravità senza precedenti di queste nuove minacce alla libertà della Chiesa e alla testimonianza morale pubblica”:

> “Dear Mr. Anderson…”

Le “nuove minacce” a cui il papa fa riferimento consistono soprattutto nell’obbligo imposto quest’anno dall’amministrazione di Barack Obama a tutte le istituzioni religiose, tra cui le scuole e gli ospedali cattolici, di dare copertura assicurativa ai loro dipendenti anche riguardo a contraccezione, sterilizzazione e aborto.

Contro questa imposizione i vescovi degli Stati Uniti, alla cui presidenza c’è il combattivo arcivescovo di New York, il cardinale Timothy M. Dolan, hanno reagito vigorosamente, fino a promuovere in tutte le parrocchie un “Fortnight for Freedom”, una campagna di due settimane di preghiera, riflessione e azione pubblica per la libertà religiosa, subito prima dell’Independence Day del 4 luglio:

> Fortnight for Freedom

Per i vescovi è in gioco la libertà non della sola Chiesa, ma di tutti. La nostra battaglia, hanno scritto in un manifesto diffuso il 16 marzo scorso, “non è repubblicana né democratica, non è conservatrice né liberal, è semplicemente americana”. A Obama, i vescovi degli Stati Uniti rinfacciano nientemeno che di violare il primo dei dieci emendamenti della costituzione americana, quello della libertà religiosa.

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