Abortire è bello? Altre risposte a Chiara Lalli | UCCR

Abbiamo già avuto modo di parlare dell’ultima “fatica” di Chiara Lalli, volto giovane del variegato e stravagante mondo della “bioetica laicista”.

La ricercatrice, come dicevamo, ha acutamente osservato il successo mediatico del definire l’eutanasia come la “dolce morte” e ha tentato di fare lo stesso con l’aborto, consapevole che le voci critiche sono sempre più numerose (crescita obiettori, diffusione di una nuova ondata di cultura pro-life ecc.). Nel suo libro ha così voluto addobbare l’interruzione di gravidanza come qualcosa di “dolce”, da fare e rifare in serenità come le hanno detto le donne che ha appositamente intervistato, condendo il tutto con grasso sarcasmo contro i cimiteri per i bambini non nati.

 

Ha anche tentato anche di definire come “mito” la Sindrome Post Aborto, ovvero le frequenti conseguenze psicofisiche subite dalle donne che si sono sottoposte ad un aborto indotto. Talmente un “mito”, che nel 2011 il British Journal of Psychiatry ha calcolato che chi abortisce presenta un rischio maggiore dell’81% di avere problemi di salute mentale e queste informazioni devono essere comunicate a chi fornisce servizi per l’aborto.

 

Siamo contenti finalmente di citare per una volta anche Famiglia Cristiana, avendo incredibilmente a sua volta pubblicato un articolo di risposta alla Lalli, recensendo il libro della psicologa Giuliana Perantoni Savaresi, intitolato Lo strappo nell’anima (San Paolo 2013). La psicologa ha parlato e descritto a lungo le conseguenze psicologiche dell’aborto, vissute dalle sue pazienti e non solo, un dramma sottovalutato dimenticando la ferita che lascia nelle donne che l’hanno subito o affrontato.

Luisella Saro, in un’altra recensione critica, ha avuto il merito di portare alla luce tante altre assurdità e contraddizioni contenute nel libro della Lalli, volume che presenta una «realtà capovolta a occhi chiusi», secondo la recensione apparsa sul quotidiano Avvenire.  La Lalli lo ha intitolato “La verità, vi prego, sull’aborto” (Fandango 2013), evidentemente era un invito, poi disatteso, rivolto a se stessa

Fonte: Abortire è bello? Altre risposte a Chiara Lalli | UCCR.

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