Dare la possibilità ad una coppia omosessuale di adottare bambini significa equiparare pienamente una unione gay ad una naturale fra un uomo e una donna. Cioè mentre l’adozione nasce per tutelare un bambino che, per tanti motivi, è senza i propri genitori, la si vorrebbe trasformare, adesso, in uno strumento di legittimazione delle unioni omosessuali. Non a caso, da Vendola a Pisapia, è questo il tema su cui in questi giorni fioriscono le esternazioni di quelle aree politiche che fanno del riconoscimento delle unioni gay la propria bandiera identitaria: a sinistra, oramai, perfino Matteo Renzi, che in passato per esempio sui Dico si era messo di traverso, ha fatto un’inversione ad U mettendo nel suo programma “Registrazione delle coppie di fatto di qualunque orientamento sessuale al fine di riconoscere diritti, doveri ed interessi di carattere patrimoniale ed amministrativo”. A parte la curiosità di sapere quanti mai possano essere tutti questi orientamenti sessuali possibili delle coppie di fatto, colpisce la radicalizzazione nelle posizioni di una vasta area politica che arriva a coinvolgere persino un partito da sempre moderato, come l’Udc, che si è dichiarato pronto pure lui all’agognato riconoscimento delle unioni omosessuali.
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