Agenzia Fides – ASIA/PAKISTAN – Dopo il caso Rimsha, altri 36 casi fra condannati a morte o all’ergastolo per blasfemia

Islamabad (Agenzia Fides) – Se un caso, quello di Rimsha Masih, è stato risolto con un esito felice, vi sono tanti altri casi di presunta blasfemia in cui vittime innocenti soffrono in carcere e sono sottoposte a un lungo calvario legale. Come riferito a Fides da fonti locali, oggi in Pakistan 16 persone sono nel braccio della morte, in attesa di esecuzione, per blasfemia; altri 20 imputati stanno scontando l’ergastolo, molti altri sono in attesa di processo o hanno fatto appello dopo una condanna in primo grado. “Nel 95% dei casi, le accuse sono false”, dice a Fides un avvocato musulmano che chiede l’anonimato. Per questo l’esito del caso di Rimsha Masih, la minorenne cristiana assolta ieri dall’Alta Corte di Islamabad, riporta all’attenzione la controversa legge sulla blasfemia, composta da due articoli del Codice Penale, il 295b e il 295c, che puniscono con l’ergastolo o con la pena di morte il vilipendio al Corano o al Profeta Maometto.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Agenzia Fides – ASIA/PAKISTAN – Dopo il caso Rimsha, altri 36 casi fra condannati a morte o all’ergastolo per blasfemia.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Asia. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.