Al citofono: “Ma siete studenti?”. Sì. E il prete non benedice la casa | La cuccia del Mastino

Come ha ragione papa Francesco, che ogni giorno di più, rivelando il suo vero volto, sto imparando ad apprezzare assai. Come ha ragione ma come… le sue parole rimbalzano sul muro di gomma di un clero che quando non è ideologizzato è come minimo burocratizzato, né più né meno che esattori delle tasse, come i “preti” (quelle carogne) tedeschi: gli interessa tirare a campare, per guadagnarsi la giornata e concedersi una vita agiata e senza scosse (e troppa fatica), da borghesi sazi e indifferenti.

Come ha ragione papa Francesco a dire che questi laici e preti cattolici “devono uscire fuori, andare incontro alle periferie”, in senso letterale certamente, ma anche in senso figurato: “verso le periferie esistenziali”, allontanandosi al contempo dal pericolo incombente della “mondanità spirituale”, di questa Chiesa di “impiegati” e vanesi che passa la giornata a rimirarsi allo specchio e a parlarsi addosso, sovente di se stessa.

Come ha ragione papa Francesco a dire che una Chiesa che esce fuori da se stessa, dalle anguste mura borghesi e si avventura al largo, verso le periferie del mondo e dell’anima, incontro alla solitudine morale e fisica dell’uomo ferito, certamente corre dei rischi. Ma, dice il papa, “preferisco una Chiesa incidentata a una Chiesa malata”.

Come ha ragione Bergoglio… ma hai voja a parlà! Il presbiterato spesso ormai è soltanto una professione come le altre, neppure la più blasonata, non una missione; una scelta sociale… professionale più che una chiamata vocazionale. Dove Dio non è più Trino ma, direbbero i romani, Quatrino. Altro che “sentire e prendere l’odore del gregge”.

È stato così che uno studente di medicina a Chieti, mi ha contattato informandomi di una cosa che gli è accaduta oggi, abitando in un condominio con altri studenti, ed essendo questo il mese delle benedizioni della case e delle famiglie. Sentiamolo:

<Ultimissime dalla roccaforte di Bruno Forte: suona il citofono, poco prima di mezzogiorno, rispondo: era il parroco con annesso leccapiedi portacquasantiera che va in giro a benedire le case. “Ah, ma siete studenti?” mi fa. “Sì” rispondo mostrando anche una buona propensione, pronto a sfoderare l’”avanti, prego”. Non mi dà neanche il tempo di rispondere che farfuglia fugacemente un qualcosa, terminando con il “buona giornata” e se ne va…>.

Ecco, poi cominciano con la solita litania dei “ggiovani” questi qui (ma quelli sociologici, che stanno stampati sui saggi degli studiosi a la page), e la solita lagna dei “gggiovani” che non vanno in Chiesa, che accusano un analfabetismo religioso da regione del terzo mondo ancora da cristianizzare. Chiacchiere borghesi, fumus ideologico, teoremi sociologici: fede e zelo zero spaccato.

Prendi questo prete qui: aveva paura di cosa? Che fossero studenti “anticlericali”? Si domandasse perché lo sono diventati: magari perché oltre le solite clericali trombonate sociologiche sui “gggiovani”, oltre il patetico giovanilismo clericale da cattolicesimo deviato che avrebbe esso stesso bisogno di conversione, oltre tutto questo perché magari dinanzi a dei giovani questo clero burocratizzato e senz’anima non è credibile? Perché dinanzi a occhi giovani disincantati e critici ma al fondo puri, gli mancano il coraggio e le parole e perciò scappano? Perché soprattutto i giovani non li puoi ingannare con frasi fatte alle quali non credi nemmeno tu; riconoscono al volo uno che parla perché deve, da cortigiano del servir non credendo, e che poi come conseguenza  non vive e non incarna quel che dice, e non crede a quel che predica, e questa mancanza di zelo apostolico e di sincerità il “gggiovane” la avverte subito?

Se non siete credibili, come pensate di fare dei credenti? Se non siete testimoni, come fate a fare i maestri? Chi vi ascolterà? Se lo zelo per la Sua Casa non vi divora, come potete trasmettere il fuoco della verità agli altri? E consapevoli che non siete nulla di tutto ciò, scappate.

Come diceva la madre di Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. E infatti, comunico al mio interlocutore un altro sospetto, da antico ex volpone di sacrestia qual sono, che di dinamiche pretesche tante ne ha viste: <Molto probabile che questo prete qui, liquidando così la vostra casa studentesca, si sarà detto: “Questi so’ studenti, qua non hanno un euro da dare, passiamo oltre, ci saranno pure in condominio vecchie vedove”, essendo anche la benedizione primaverile delle case occasione per fare incetta di offerte da parte dei fedeli e perorare la (secondo me disdicevole) stagionale causa dell’8×1000.

Lo studente di medicina, un salentino, mi risponde così, in effetti:

<Dalle nostre parti diconsi “monici cercantini”. Non ero una vecchietta da raggirare in volontà testamentaria, evidente [quanto odio sparare sulla Chiesa, ma qui è inevitabile credimi. anche perché NON è Chiesa. Ubi Caritas et amor: ndo stanno?]>

Come ha ragione papa Francesco, ma in che deserto il suo eco si perde e gli ritorna addosso deformato. Come ha ragione ma… hai voja, papa mio, a parlà! E quanno t’ascolteranno mai!

Fonte: Al citofono: “Ma siete studenti?”. Sì. E il prete non benedice la casa | La cuccia del Mastino.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa, Varie e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.