Alberto Reggiori, lettera da Isohe | Tempi.it

novembre 4, 2012 Alberto Reggiori

Lettera dal Sud Sudan del medico Alberto Reggiori che sta seguendo un progetto per Avsi. E dove la giustizia sono facce, non maschere leguleie

Isohe, villaggio sperduto sulle verdi montagne Dongotono nello stato dell’Est Equatoria in Sud Sudan, è difficile da trovare anche sulla carta geografica. È troppo piccolo e quasi mai segnalato. Qui nel 1926 arrivarono i primi missionari comboniani, seguiti due anni più tardi dalle suore della stessa congregazione. Fu l’inizio del primo cambiamento dopo millenni. Il loro desiderio di partecipare all’opera creatrice del Padreterno non fu sterile: furono costruite una scuola, una falegnameria, un dispensario, una fattoria modello e una stupenda chiesa in mattoni rossi che appare all’improvviso dopo un viale alberato che ricorda più un parco europeo che un ambiente africano.

La lunga guerra per l’indipendenza durata oltre trent’anni, l’isolamento assoluto di queste popolazioni hanno fatto sparire molto di quello che era stato costruito. Durante i bombardamenti aerei e le razzie con cui il governo arabo di Karthoum si accaniva contro i cristiani neri del Sud Sudan, la gente cercava rifugio sui picchi più alti e nelle caverne delle montagne.
Molti villaggi sono ancora là, isolati dal mondo, con la gente che scende a valle solo per vendere qualche prodotto dell’orto o per la Messa domenicale. Anche i dialetti sono diversi e a volte la gente non riesce a parlarsi. L’acqua per fortuna non manca.

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