Aleppo, distrutte due chiese – Vatican Insider

Le forze dei ribelli antigovernativi prendono di mira i quartieri abitati da cristiani e distruggono la chiesa armena dei Quaranta Martiri e la cattedrale maronita

Marco Tosatti
roma
 

Nei giorni scorsi i ribelli anti governativi siriani hanno distrutto due chiese di grande importanza storica e religiosa ad Aleppo. La prima è la chiesa armeno-apostolica dei Quaranta Martiri, situata nel quartiere di Judayda, un quartiere cristiano non lontano dal centro della “capitale del Nord”, come era chiamata l’antica città. Alcune fonti sostengono che si sia trattato di una distruzione operata scavando un tunnel sotto l’edificio, e collocando poi una carica esplosiva; altre fonti invece sostengono che si sia trattato di un bombardamento. Alcune parti della struttura sono ancora in piedi, anche se la distruzione è quasi totale.

 

 

Voci – e immagini – della distruzione sono circolate senza conferma ieri; infine la prelature della Chiesa Apostolica Armena degli Stati orientali hanno confermato la notizia. La chiesa dei Quaranta Martiri era molto antica; le sue origini risalgono al XV secolo. Una prima menzione dell’esistenza dell’edificio sacro luogo di culto degli armeni apostolici è contenuta nella seconda edizione di un libro “The exploit of the Holy Bible” di padre Melikseth, pubblicato nel 1476. La chiesa è stata ingrandita e modificata molte volte nel corso dei secoli. Il campanile è stato costruito nel 1912. Ha sempre rappresentato uno dei luoghi centrali della vita della fiorente e numerosa comunità armena di Aleppo. Nel corso dei secoli si è arricchita di icone, reliquie e di “khatchkars”, le steli di pietra scolpite a forma di croce che costituiscono un elemento figurativo particolare caratteristico della religiosità armena. Fra l’altro la chiesa ospitava un “Giudizio universale”, un dipinto che risaliva al 1703.

 

 

La distruzione dei Quaranta Martiri è stata preceduta quattro mesi fa dalla distruzione della cattedrale armeno-cattolico di Nostra Signora della Pietà ad Aleppo, sempre ad opera dei ribelli anti governativi. La cattedrale era situata vicino all’Arci eparchia armeno-cattolica di Aleppo. Il bombardamento ha lasciato la chiesa quasi totalmente distrutta. Nel settembre del 2014, invece, i ribelli avevano distrutto la chiesa del Memoriale del genocidio armeno a Deir ez-Zor. Deir ez-Zor, una città sull’Eufrate nella parte orientale della Siria che è stata il punto terminale dello sterminio degli armeni e di altri cristiani, una specie di “Auschwitz” armena.

 

Prima della cosiddetta “primavera siriana” del 2011 in Siria vivevano circa 70mila armeni, soprattutto a Damasco e Aleppo, oltre che a Lattakia, Homs, Raqqa e nel Kessab, sul mare ai confini con la Turchia.

 

Da circa due settimane i quartieri cristiani di Aleppo sono sotto il tiro dei ribelli, che inoltre riescono a interrompere frequentemente l’erogazione dell’acqua alla città, oltre che a quella della corrente elettrica, rendendo le condizioni di vita nella zona molto difficili.

 

I bombardamenti con missili avevano provocato numerosi morti e feriti, e avevano spinto molti abitanti ad abbandonare le loro case.  L’esodo era stato particolarmente cospicuo nel quartiere di Souleimaniyeh, abitato in prevalenza da cristiani di varie confessioni (ad Aleppo erano presenti prima della guerra una decina di confessioni cristiane). La cattedrale maronita e l’arcivescovado greco-melkita erano stati seriamente danneggiati .

 

 

Il 26 aprile però i ribelli islamici hanno voluto creare un effetto propagandistico drammatico. Hanno scavato dei tunnel sotto la città vecchia di Aleppo, e hanno fatto esplodere diversi edifici. Fra di essi la cattedrale maronita della città, un edificio particolarmente imponente. E per ingrandire l’effetto della loro azione, hanno filmato e montato un video, messo on line poco tempo dopo le deflagrazioni.

 

 

Nei giorni scorsi i vescovi cattolici e ortodossi di Aleppo avevano lanciato un appello affinché la città fosse più “un laboratorio d’armi devastanti”, e avevano denunciato un assedio che riduce gli abitanti a “fantasmi di esseri umani”. “Dal profondo del nostro dolore – dicevano i presuli – chiediamo alle persone di coscienza, se ce ne sono ancora: volete che noi restiamo, feriti e umiliati, dei fantasmi di esseri umani”? I vescovi facevano appello alla comunità internazionale, di fronte a una distruzione di grandissime proporzioni, a un silenzio sconcertante.

 

Guarda qui il video della distruzione della cattedrale maronita

Sorgente: Aleppo, distrutte due chiese – Vatican Insider

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