Alfano e nozze gay, Amato (Giuristi per la Vita): “Ecco a voi la denuncia appena presentata” | intelligonews

di Marco Guerra 08 Oct 2014

Gianfranco-Amato_omofobia_intervistadi Marco Guerra

Non si placa la bufera scatenata dalla circolare del ministro dell’Interni Alfano che invita i prefetti a richiamare alla normativa vigente i sindaci che consentono le trascrizioni delle nozze gay. A primi cittadini sul piede di guerra che annunciano disobbedienza, risponde su IntelligoNews Gianfranco Amato, presidente della associazione “Giuristi per la vita”, che ha presentato una denuncia penale contro il sindaco di Empoli (in fondo la denuncia*)…

Avv. Amato allora nessuno intende mollare in questo braccio di ferro tra istituzioni, e anche voi non siete da meno avete fatto una denuncia penale contro il sindaco di Empoli, perché siete arrivati a tanto?

«Il caso di Empoli è emblematico: “Giuristi per la vita” e “Pro-vita onlus”  avevano presentato un esposto contro la decisione del comune toscano di trascrivere nel registro dei matrimoni le nozze tra persone dello stesso sesso celebrate all’estero. Il prefetto ci ha dato ragione ha invitato il sindaco ad attenersi alla normativa vigente in materia. Ma il primo cittadino si rifiuta di revocare l’ordinanza e dice di voler procedere con le trascrizioni. Insomma non si possono riconoscere sacche di anarchia all’interno delle istituzioni! Ci sono sindaci che si ritengono al di sopra della legge. Quello di Empoli ha fatto un atto che riterrei eversivo con grande arroganza ideologica, qualunque altro comune cittadino sarebbe stato punito secondo l’art.650 del codice penale».

Alcuni sindaci affermano che si tratta di una battaglia di civiltà e che i diritti civili non sono un problema burocratico…

«Il punto è che la legge sta dalla parte di Alfano, se si vogliono cambiare le norme lo si fa in Parlamento e non a colpi di ordinanze dei sindaci. Il matrimonio tra un uomo e una donna è riconosciuto dalla Costituzione, quindi prima devono modificare l’art. 29 della Carta e poi fare un una legge ordinaria per regolare l’ istituto che vogliono creare».

Ad ogni modo Alfano si è detto comunque contrario all’equiparazione tra il matrimonio tradizionale e le unioni tra persone dello stesso sesso. Secondo lei, in caso di interventi parlamentari si riuscirà a tenere i due istituti su piani diversi nell’ordinamento italiano?

«Vede l’art. 29 della Costituzione afferma che “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Badate bene “riconosce” non istituisce, questo perché la famiglia viene prima della legge e della politica e non si può modificare un dato oggettivo della natura. È incontestabile che la  famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna non è il frutto di un periodo storico, di una cultura o di una religione ma dell’origine primigenia dell’essere umano. Quindi il parlamento può anche decidere che da domani anche i bicchieri sono da considerare bottiglie, ma nella realtà una bottiglia resta una bottiglia e un bicchiere resta un bicchiere».

Ma sulle unioni civili c’è una convergenza molto ampia, in molti sostegno che il riconoscimento di alcuni diritti non è più rinviabile…

«Se parliamo di coppie omosessuali le dico che al momento hanno tutti i diritti tranne la reversibilità della pensione del compagno. Allora se l’Inps sostiene che ci sono i soldi per farlo se ne può anche discutere, ma per resto esiste già tutto. Addirittura la giurisprudenza ha riconosciuto i contratti di convivenza tra persone dello stesso sesso, si può perfino mettere nero su bianco chi deve pulire la casa e chi va a lavoro. Molte leggi ormai hanno sostituito la parola coniugi con conviventi, anche qui senza specificarne il sesso, come quella che regola le visite in carcere. Lo stesso vale per il subentro nel contratto di locazione qualora venisse a mancare il convivente intestatario del contratto. Per la successione poi basta fare un regolare testamento».

Cosa state facendo per opporvi allora a chi si oppone alla circolare di Alfano?

«Il Sindaco di Empoli si pone al di sopra delle istituzioni e della legge. Questa la giustificazione consegnata alla stampa locale: “Voglio essere un sindaco che si fa guidare dall’amore verso la propria comunità, un amore rivolto a tutti, senza differenze né discriminazioni», perché “è l’amore per la comunità a muovere le decisioni dei sindaci”. Siamo al cortocircuito istituzionale. O meglio, ad un rigurgito dello spirito sessantottino, quello della “fantasia al potere”. Una prospettiva anarcoide in cui non servono più istituzioni come ministeri, prefetti, Parlamento, ma solo capipopolo di comunità locali. Eh sì, perché proprio il Sindaco di Empoli dovrebbe conoscere bene il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650 del Codice Penale. Quello, tanto per intenderci, in cui è sancito che «chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro». Se un cittadino qualunque non ottemperasse ad un ordine del Prefetto, incorrerebbe proprio in quella sanzione penale. Ora, appare alquanto singolare sostenere che quella disposizione valga per tutti in Italia, all’infuori del Sindaco di Empoli. Anzi, qualcuno potrebbe legittimamente sostenere che proprio il ruolo istituzionale ricoperto da Brenda Barnini, renda ancora più surreale ed eversivo – oltre che poco educativo – il suo rifiuto di ottemperare all’ordine del Prefetto ed alle norme al cui rispetto è stata ufficialmente e formalmente richiamata. Ci permettiamo di ricordare a Brenda Barnini che l’art. 3 della Costituzione dispone che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni, tra l’altro, «di condizioni personali e sociali». Il fatto che lei rivesta la carica di Sindaco di Empoli non la pone al di sopra della legge e dell’ordinamento istituzionale. Anzi».

Quindi? 

«E’ per questo che i Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno deciso di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze contro il Sindaco Brenda Barnini, per il reato di cui all’art. 650 del Codice Penale. Occorre che un giudice ripristini la legalità anche ad Empoli».

 

*

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE DENUNCIA

* * *

I sottoscritti Avv. Gianfranco Amato, nato …, in proprio ed in

qualità di Presidente e legale rappresentate dell’associazione Giuristi per la Vita e Antonio Brandi, nato…, in proprio

ed in qualità di Presidente e legale rappresentante dell’associazione Pro Vita Onlus, elettivamente domiciliati…

PREMESSO

– che in data 30 settembre 2014 i denuncianti hanno inoltrato un esposto al Ministro

dell’Interno e al Prefetto di Firenze contro il sindaco di Empoli, Brenda Barnini (doc.1);

– che, a seguito del predetto esposto, il Prefetto di Firenze, con nota prot. n.

N.0092423 del 2 ottobre 2014, comunicava agli stessi denuncianti di aver «invitato il

Sindaco del Comune di Empoli ad attenersi alla normativa vigente in materia,

rappresentando che l’ordinamento italiano non ammette la trascrizione dei matrimoni

celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso» (doc.2);

– che sulla vicenda è intervento anche il Ministro dell’Interno con circolar «per chiedere

la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso fatti

all’estero (doc.3), ribadendo, peraltro quanto già disposto con la precedente circolare

n.15100/397/0009861 del 18 ottobre 2007 (doc.4);

– che il Sindaco di Empoli ha pubblicamente dichiarato alla stampa che non intende

ottemperare alle disposizioni vincolanti ricevute dal Ministero dell’Interno e dal

Prefetto, né intende applicare le espresse disposizioni della vigente normativa in

materia (doc.5-6);

– che tale atteggiamento – oltre ad apparire eversivo – integra il reato di reato di

inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650 del Codice

1

Penale.

TANTO PREMESSO

i sottoscritti Avv. Gianfranco Amato e Antonio Brandi, nelle qualità sopra indicate,

ravvisando estremi di reato nei fatti lamentati sporgono

DENUNCIA

nei confronti del Sindaco di Empoli, BRENDA BARNINI, affinché sia condannata per il

reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650

del Codice Penale;

CHIEDONO

di essere informati, ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 405 e 408 c.p.p., della

eventuale formulazione della richiesta di proroga delle indagini preliminari ovvero

della formulazione della richiesta di archiviazione;

Roma li 8 ottobre 2014.

Con Osservanza

Avv. Gianfranco Amato

Antonio Brandi

 

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