Amnesty si inventa il diritto di aborto e discrimina i suoi dipendenti | UCCR

L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International sta vivendo in questo periodo una profondissima crisi che minaccia la sua stessa esistenza. Il personale di Amnesty di tutto il mondo sta proclamando giornate di sciopero e il consiglio dei membri a Londra ha votato la sfiducia alla propria leadership, accusata di aver “perso di vista gli obiettivi” dell’organizzazione.

Amnesty ha anche deciso brutalmente di tagliare una ventina di dipendenti dei 700 esistenti, scatenando così una rivolta interna poiché accusata di non rispettare l’accordo sulle condizioni di licenziamento. Diversi responsabili internazionali si sono dimessi per protesta. Altre accuse sostengono che la dirigenza sacrifichi le battaglie per i diritti umani per costruire il marchio Amnesty, reclutando nuovi membri e raccogliendo più fondi.

Fino al 2007, come riportato da Independent, Amnesty ha portato avanti il suo operato con grande onore, tanto che la Chiesa cattolica era uno dei suoi sostenitori più forti. Tuttavia il 25 marzo 2007, alla Conferenza di Edimburgo, 400 membri di AI hanno votato per «esercitare la depenalizzazione dell’aborto , e la promozione di programmi di sostegno dei servizi per il controllo della popolazione , tra cui la legalizzazione e il libero accesso all’aborto»Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha ritirato il sostegno finanziario e invitato i cattolici a «difendere il diritto alla vita del nascituro», da allora Amnesty si è trasformata in una lobby di pressione per la legalizzazione dell’aborto e la promozione del riconoscimento delle coppie omosessuali.

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