Aqrab: la tragedia che nessuno vuole ricordare « SibiaLiria

di Pierangela Zanzottera

Il 2 dicembre 2012, circa cinquecento abitanti del villaggio di Aqrab, nella provincia centrale di Hama, sono stati rapiti e fatti prigionieri in una palazzina a due piani di proprietà di Abu Ismail. Tra loro molte donne e bambini, oltre a giovani e anziani. Tutti alauiti.

Durante i nove giorni di prigionia, che pochi – pare una settantina – sono riusciti a testimoniare dopo una fortunosa fuga, mentre degli altri non ci sono notizie, sono stati costretti a sopportare l’insopportabile: secondo alcuni racconti, donne costrette dalla sete a raccogliere con i panni l’acqua piovana, anziani indotti a leccare i muri della triste prigionia per rigenerarsi con l’umidità.

Nove giorni di prigionia in una stanza avvolta da buio e freddo pungente, quasi senza cibo (alcuni testimoni hanno raccontato che per i bambini veniva riservata una pagnotta secca ogni due giorni), con pochissima acqua (appositamente contaminata dagli aguzzini per renderla imbevibile), senza alcuna possibilità di proteggersi dal rigore invernale: un quadro di desolante disperazione.

In realtà, cosa sia accaduto esattamente a Aqrab ancora non è del tutto chiarito, sebbene sia passato ormai un mese, ma quel che è certo è che i particolari che vanno via via emergendo sono sempre più inquietanti e dolorosi.

In particolare, i misteri si infittiscono quando si tenta di ricostruire quanto accaduto nella notte tra l’11 e il 12 dicembre. Una data non casuale, visto che siamo alla vigilia dell’incontro di Marrakech per la Siria. Qui le fonti raccontano accadimenti affatto dissimili.

La mattina del 12 dicembre molti media, anche nostrani, riportavano la notizia di una strage operata dai militari di Assad. In modo molto confuso si faceva cenno a dei bombardamenti aerei che avevano causato 125 morti. La fonte era, ancora una volta, il molto parziale Osservatorio siriano sui diritti umani,da Londra il quale falsamente lascia intendere che la zona colpita sia di un centro abitato unicamente da alauiti e il quale, però, aggiunge: “Non possiamo sapere se i ribelli erano dietro a questo attacco, ma se così fosse, questo sarebbe il più grande attacco su larga scala per vendetta contro gli alauiti”.

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