Ascoltando Rai3

sabato 11 maggio 201

Mi capita spesso, in macchina, di ascoltare la radio. Tra un Rosario e l’altro. Così, questa mattina, ho sentito un pezzo di Radio3. Non dall’inizio, non tutto. Solo un intervento, di un insegnante che raccontava come avesse realizzato la lezione sull’anniversario dei roghi dei libri da parte del regime nazista. Dopo avere deplorato il fatto che la notizia fosse assente da tutti o quasi i quotidiani, ha dato un esempio di «apertura» alla attualità (quella apertura che nessun altro avrebbe dimostrato) parlando dell’IMU e del fatto che la Chiesa non la vorrebbe pagare. Certo la reazione della conduttrice del programma (non so chi sia, né di quale testata giornalistica sia collaboratrice) è stata precisa e corretta, avendo lei messo, come si dice, i puntini sulle i, chiarendo i fatti.
Quello però che mi è rimasto impresso è stato il comportamento del professore: mi ripugna questo usare della scuola che dovrebbe essere pubblica, cioè di tutti, laica, cioè senza confessionalismi di sorta, rispettosa delle scelte dei giovani, cioè non „indottrinante“ come strumento di condizionamento ideologico. Ho insegnato per 35 anni la Religione cattolica, ma mai ho avuto la tentazione di usare questo insegnamento come occasione di indottrinamento. Ho sempre avuto il rispetto per le posizioni dei miei alunni, chiarendo quanto insegna la Chiesa cattolica, senza nascondersi dietro una inesistente neutralità.
Quando avremo nella scuola dello Stato insegnanti capaci di rispettare le identità di tutti, che non usano la ora di lezione per indottrinare i giovani? Ho sempre lavorato per una scuola così, certo che solo questo potrà garantire al Paese, amato, una generazione di uomini, e non di marionette o di «carne da cannone» pronta per ogni ideologia.

Fonte: Ascoltando Rai3.

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