Attacchi ai cristiani in Nigeria L’Italia «sfida» l’indifferenza

Il dialogo, perché le domeniche nigeriane siano giorni di festa e non di sangue, non è facile, ma – al momento – pare l’unica strada possibile. Un leader di Boko Haram, l’organizzazione terroristica che si sta accanendo contro i cattolici, specie al Nord della Nigeria, ha detto di recente che i cristiani di Jos hanno soltanto tre possibilità: andarsene, convertirsi all’islam o morire.

Si capisce quanto i margini del dialogo siano stretti. Ma ieri a Roma l’Osservatorio della libertà religiosa, promosso dal sindaco Alemanno e dal ministero degli Esteri Giulio Terzi, ha insistito su questa strada. «Occorre – dice il capo della Farnesina – alimentare il dialogo agendo su tre livelli. Il primo è quello diplomatico. L’Italia ha avuto un ruolo di impulso su questi temi. Il secondo è l’azione sui giovani affinché denuncino le violazioni, incoraggiandoli a una loro azione diretta. Il terzo, infine, fonda sulla formazione e sull’educazione». L’Italia, che vanta la leadership di questa via del dialogo sia a livello europeo che presso altri organismi internazionali, finanzia già molti corsi rivolti a funzionari nigeriani.

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