Attacchi in Nigeria: “Il governo è debole e i vescovi hanno perso la pazienza”

Le dichiarazioni di mons. Kaigama, presidente della Conferenza Episcopale Nigeriana, e di mons. Onaiyekan, arcivescovo di Abuja

ROMA, mercoledì, 2 maggio 2012 (ZENIT.org) – «Quanto è accaduto va contro ogni logica. Quei ragazzi erano il nostro futuro, la nostra speranza. Cercavano di costruire un Paese migliore e sono stati uccisi». E’ lo sfogo di monsignor Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della conferenza episcopale nigeriana, raccolto da Aiuto alla Chiesa che Soffre dopo gli ultimi attentati anticristiani in Nigeria.

Domenica scorsa a Kano, in un teatro del campus dell’Università Bayero, alcuni studenti assistevano alla messa quando un commando armato ha prima lanciato delle bombe artigianali e poi ha aperto il fuoco. Hanno perso la vita in sedici e più di venti persone sono rimaste ferite.

A Maiduguri, invece, i terroristi hanno sparato ad alcuni fedeli raccolti in preghiera nella cappella della Church of Christ. Cinque i morti. Gli attacchi non sono stati rivendicati, ma la setta islamica dei Boko Haram si è spesso servita di lattine in alluminio riempite di esplosivo come quelle usate a Kano.

Per monsignor Kaigama, il dilagare delle violenze dimostra «l’incapacità del governo» di fronteggiare la minaccia terroristica, garantire la sicurezza e individuare gli autori dei crimini. «Il motivo per cui nessuno abbia ancora identificato i colpevoli – dichiara ad ACS – supera ogni immaginazione. Noi paghiamo le tasse ed abbiamo il diritto di sentirci protetti e sapere cosa sta succedendo».

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