Attacco alla Siria. di F. M. Agnoli | Identità Europea

La Francia di Hollande e Peillon, che in tempi migliori si presentava come la “protettrice dei cristiani del Levante” e oggi vuole spiantare il Cristianesimo anche in patria, può essere la naturale alleata dei tagliagole sunniti all’opera per fare altrettanto in Siria. Difficile invece capire perché gli altri paesi che, più meno, continuano a dirsi cristiani (inclusa l’Italia, anche se non partecipa al nuovo club dei bombardieri volonterosi in assenza del via libera dell’Onu), credono a tutti(al turco Erdogan, all’emiro del Qatar, ai regoli sauditi) tranne che ai cristiani siriani, che pure stanno sul posto e hanno (purtroppo per loro)esperienza diretta degli eventi.

In quella che sembrava la vigilia dell’attacco punitivo annunciato da Obama mons. Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme, ha invitato i leader occidentali a non dimenticare l’aspetto umano delle loro decisioni e ha chiesto per quale motivo vogliono dichiarare “una guerra quando gli esperti dell’ONU non hanno ancora consegnato le conclusioni definitive sulla natura chimica dell’attacco e sull’identità formale dei suoi mandatari” in base ad una logica che ricorda la preparazione della guerra in Iraq nel 2003 con la “commedia delle armi di distruzione di massa, che in realtà non c’erano”. E appunto dall’Iraq si è unita all’appello la testimonianza del patriarca caldeo Louis Raphael Sako, che ha definito “una sciagura” l’intervento militare americano, e rammentato a tuttiquanto è accaduto e continua ad accadere nel suo paese: “Dopo dieci anni dall’intervento della cosiddetta “coalizione dei volenterosi” che abbatté Sadda il nostro Paese è ancora martoriato dalle bombe, dai problemi di sicurezza, dall’instabilità, dalla crisi economica”.

Nello stesso sensoil patriarca siro-cattolico Youssef III Younan, che critica Usa e soci, perché: “invece di aiutare le varie parti in conflitto a trovare vie per la riconciliazione, avviare il dialogo per delle riforme basate su un sistema pluralista di governo, queste potenze fino ad oggi hanno armato i ribelli, incitato alla violenza e avvelenato ancora di più le relazioni fra sunniti e sciiti”.

Si tratta di opinioni comuni a tutti i cristiani della Siria, inclusi i frati e le suore di Deir Mar Musa, il monastero fondato da padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita presentato dai mass-media italiani come amico dei ribelli, coi quali voleva negoziare e lo hanno rapito, e certamente non amico del governo di Assad, che, difatti, lo aveva espulso. Padre Jacques Mourad, che lo sostituisce, auspica che “i paesi occidentali assumano una posizione giusta”, che significa“rifiutare ogni forma di violenza, fermare le armi, non mettere gli uni contro gli altri, difendere e proteggere i diritti umani”. Ancor più chiaramente suor Houda Fadoul, fondatrice assieme a padre Dall’Oglio della comunità femminile: «Non possiamo accettare o apprezzare un intervento armato di potenze straniere”.

Nel monastero di San Giacomo a Qarah (città tra Damasco e Homs) vive una comunitàecumenica composta di religiosi di otto nazionalità e diverse confessioni cristiane, che ospita una ventina di famiglie musulmane. Il suo responsabile, padre Daniel Maes, sacerdote cattolico belga, chiede che “l‘Occidente ritrovi intelligenza, responsabilità e agisca secondo verità” rinunciandoad un attacco militare, “una soluzione che non genera pace, ma solo altro odio”.

Il 29 Agosto quattro suore trappiste di un convento al confine col Libano, fra Homs e Tartous, hanno inviato al sito “Oraprosiria” una lettera nella quale descrivono la situazione ancora relativamente tranquilla della zona e lo sbigottimento di quanti vi vivono di fronte alle notizie dell’imminente rappresaglia degli Usa: “La gente qui è davanti alla televisione, con gli occhi e le orecchie tesi: Si attende solo una parola di Obama!!!! Una parola di Obama?? Il premio Nobel per la pacefarà cadere su di noi la sua sentenza di guerra? Al di là di ogni giustizia, di ogni buon senso, di ogni misericordia, di ogni umiltà, di ogni saggezza?”.

Ovviamente non si trattasolo dei cristiani, tuttavia, lo capisca o no, il premio per la Pace, dopo i soldi e le armi fatte pervenire ai tagliagola jihadisti e salafiti (gli stessi che negli States vanno sotto il nome di Al Qaeda), si appresta a dare un ulteriore, forse decisivocontributo al risultato temuto dal frate francescano Halim Noujam, responsabile della regione san Paolo (Libano, Siria Giordania) della Custodia di Terra Santa: “Di questo passo non rimarranno cristiani in Siria.

Francesco Mario Agnoli

Fonte: Attacco alla Siria. di F. M. Agnoli | Identità Europea.

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