“Attenti all’ipocrisia e alla schizofrenia spirituale !Ma  il cittadino stà attento ?

Per le Sue reali, indicative, forti espressioni Papa Francesco ci sorprende sempre, come nella circostanziata dell’Omelia pronunciata a Santa Marta durante la celebrazione Eucaristica ( tratta dal Vangelo di Lc 12,1/7), dove ci ricorda il “ lievito Farisei e la loro ipocrisia “ .

Queste parole tratte dal Santo Vangelo oggi 2018 appaiano come un “lievito buono” che “ fa crescere il Regno di Dio là dove non si trova, dove vi è un “lievito cattivo” che si ferma alla “apparenza nel Regno di Dio” e continua non fa “crescere bene” .

Papa Francesco, col Suo fare sempre premuroso come un papà ansioso verso i suoi figli, racconta l’episodio a Lui capitato nel periodo della Sua infanzia, “Io ricordo che per Carnevale, quando eravamo bambini, la nonna ci faceva dei biscotti ed era una pasta molto sottile”, che poi si “ buttava nell’olio ” e “ si gonfiava e quando noi incominciavamo a mangiarla, era vuota ”.

Allora la nonna con una pazienza senza limiti spiegava : “ queste sono come le bugie: sembrano grandi, ma non hanno niente dentro, non c’è niente di verità, lì; non c’è niente di sostanza”.

Il paragone che Papa Francesco ci fa intravvedere nell’evidenziare che Gesù ci mette in guardia nel citare il lievito dei Farisei, che conduce al vuoto morale del quale essi stessi sono portatori, specifica che “ È una divisione interna, l’ipocrisia. Si dice una cosa e si fa un’altra. È una sorta di schizofrenia spirituale”, in una parola un far apparire “cose” che non hanno alcun fondamento né materiale, né spirituale .

Poi sempre col Suo “fare” intraprendente, Papa Francesco indicando un altro esempio di doppiezza in Erode, evidenzia che, accoglie i Re Magi dicendo loro: “andate, e poi tornate e ditemi dove è questo bambino perché anche io vada ad adorarlo !”.

Dalla storia antica sappiamo che Erode aveva l’intenzione di uccidere il Messia appena nato e non di adorarlo !

Se portiamo questi esempi nei n/s turbolenti giorni quanti Farisei sono malati di “ nominalismo esistenziale “ in quanto “credono che, dicendo le cose, sta tutto fatto”.

La verità è al contrario, ha soggiunto Papa Francesco, mentre “ Le cose vanno fatte, non solo pronunciate, in quanto la persona ipocrita oggi nella vita quotidiana ne è strapiena, è un nominalista, crede che con il dire si faccia tutto” e che l’ipocrita è incapace di “accusare se stesso : mai trova in se stesso una macchia”, mentre oggi è difficile che sia in esistenza questo concetto !

Papa Francesco alla locuzione latina ed evangelica della “pagliuzza” e del “trave” nell’occhio, dice che è la verità che occorre dire sempre come i bambini che “mai dicono una bugia”, né parlano di “cose astratte” davanti a Dio, dove i bambini hanno “il lievito buono”, che “li fa crescere come cresce il Regno dei Cieli”.

Nella n/s vita quotidiana diciamo sempre la verità ? e “qual è il lievito con il quale io “cresco”, “agisco”, “vivo” quindi se “sono una persona leale, trasparente “ ?

Oggi ottobre 2018 forse non ci resta che l’ironia magra consolazione contro l’imperversare dei luoghi comuni e per cercare di frantumare il muro dei silenzi, ma per esempio la vita quotidiana sta “viaggiando” nella nebbia in questa n/s Italia un po’ sgangherata, illusa, strana, evanescente dove è difficoltoso accendere i fari della speranza !

Quella speranza auspicata da tutti che sia di moralità, rettitudine, pace, serenità, giustizia, mentre sarebbe opportuno che l’Italia aneli a raggiungere i veri valori etici, dove persiste nell’opinione pubblica una sola domanda : avremo rappresentanti del popolo onesti, giusti, solidaristici ? Avremo dei Santi Sacerdoti ? 

Non è facile rispondere a questi interrogativi dove la Politica é rappresentata, per ora, da poco più di 40 simboli inoltrati al Ministero degli Interni, che dimostrano una incoerenza culturale, una politica diversiva, scorbutica, irresponsabile, una frammentarietà delle idee.

Una “cosa” è certa : é una vita molto dura, dove siamo affrontati con quella ” ipocrisia e schizofrenia spirituale “, come ci dice Papa Francesco traendo quelle motivazioni di cui sopra tratte dal Santo Vangelo, in una Italia dove mancano validi Programmi ed Impegni seri di natura Sociale, che auspichiamo essere, specialmente verso la famiglia, verso la Solidarietà Sociale, verso il mondo della disabilità, del dolore, della sofferenza .

Nel campo Politico vi è l’incognita dei Cattolici dove andranno ? dove saranno in una sintesi fedele e sicura della Dottrina Sociale della Chiesa Universale intesa verso il bene comune ?

Ormai nella vita quotidiana si è inserito una forte “carica” di incertezze, smarrimento, inquietudine, interrogativi che avvolgono l’umano essere in una spirale priva di un futuro per le nascite, nel progressivo invecchiamento della popolazione che si vede privata del rispetto della loro dignità, dei giovani privi di un lavoro, delle donne violentate ed uccise, delle persone anziane umiliate, percosse, annichilite ed in genere della gente che vede un domani offuscato, buio, negletto .

Sulla Solidarietà Sociale svolta dall’attuale Politica, in breve, non vediamo, fra le altre necessità, affrontata una scelta impegnativa e sicura della Politica futura verso i cittadini, che ravviso in quel detto della mia “Superba Città Genovese“, : “chi lè stato brucò da l’egua cada, à puia da freida ascì “ ( chi è stato bruciato dall’acqua calda, ha paura della fredda” !).

Tenendo sempre ben presente : “Sciuscia e scurb‘i non se peu ( “soffiare e sorbire contemporaneamente non si può “ !)e se ghe pensu…! E se ci penso… come nella nostalgica tiratura dei n/s migranti, che con le valigie ravvolte con lo spago andavano verso l’incognito all’estero.

Ecco ai n/s giorni quanti Farisei sono malati di “ nominalismo esistenziale “ in quanto “credono che, dicendo le cose, sta tutto fatto”,dove il “ lievito Farisei é la loro ipocrisia “

Come ha ammonito Papa Francesco citando dal Santo Vangelo i Farisei “ Le cose vanno fatte, non solo dette, dove l’ipocrita è un nominalista, crede che con il dire si faccia tutto” e che l’ipocrita è incapace di “accusare se stesso : mai trova in se stesso una macchia; accusa gli altri ”.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza “ !

Previte

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