-
Dona il tuo 5 x mille alla O.N.L.U.S. DONO OLTR'ALPI - Figlie di San Camillo - Cod. Fisc.: 92033890580 Cerca nel sito
Translator
Categorie
- Africa e Medio Oriente (4.954)
- Americhe (781)
- Asia (2.576)
- Europa (4.773)
- Occidente apostata (1.011)
- Oceania (28)
- Principi non negoziabili (1.498)
- Siti stranieri (5)
- Varie (2.664)
Archivi
Aprile: 2024 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 -
Articoli recenti
- “Nicaragua, dove la pandemia è perseguitare la Chiesa” – La Nuova Bussola Quotidiana
- Attentato contro la cattedrale di Managua – La Nuova Bussola Quotidiana
- Nicaragua, la Chiesa rafforzata dalla nuova persecuzione – La Nuova Bussola Quotidiana
- Cristianofobia, contraddizioni del politicamente corretto – La Nuova Bussola Quotidiana
- PAKISTAN Un anziano accusato di blasfemia ucciso durante l’udienza in tribunale a Peshawar
- Funerali nella Sagrada Familia, la Catalogna dichiara guerra alla Chiesa non allineata
- Nigeria: Onu chiede liberazione attivista arrestato per blasfemia, rischia la pena capitale
- «Cattolici soffocati dall’aggressività di laicismo e islam» – La Nuova Bussola Quotidiana
- Infermiere e dottoresse in prima linea contro il Covid. E ora?
- L’INCENDIO ALLA CATTEDRALE DI NANTES. DILAGA L’ODIO CONTRO I CRISTIANI, MA NESSUNO LO RICONOSCE E NESSUNO LI DIFENDE. ANZI… – Lo Straniero
Siti italiani e esteri
- Cristinan Concern
- Intollerance and discrimination against Cristians in Europe
- Open Doors
- Open Doors International
- Voice of the persecuted
- Persecution.org
- Against Christianophobia
- Rescue Christians
- Raymond Ibrahim
- Christian Solidarity Worldwide
- Center for the Study of Global Christianity
- L'Observatoire de la Christianophobie
- Genocidio Cristiano
- Osservatorio sulle comunità cristiane in Medio Oriente
- No Cristianofobia
- Osservatorio sulla Cristianofobia
- Basta Cristianofobia
- Christian Defence League
- Indonesian Christian News
- English Defence League
- The Voice of the Martyrs
Meta
Archivi autore: Federica Zoja
La «Legione straniera» tiene in scacco Assad
Tutti in Siria. A mettere insieme segnalazioni dei servizi segreti, indiscrezioni della stampa internazionale e ora anche episodi verificati e confermati da fonti attendibili, parrebbe che nel Paese mediorientale squassato da 23 mesi di conflitto civile stiano arrivando proprio tutti: se in principio la guerra è stata combattuta da forze governative fedeli al presidente Bashar al-Assad contrapposte a un esercito misto di disertori e civili, insorti per rovesciare il regime di Damasco, ora, invece, gli schieramenti assomigliano a due legioni straniere.
Formate da jihadisti, mercenari, terroristi, agenti scelti, volontari provenienti da ogni dove. Mentre la popolazione siriana cerca riparo altrove (secondo stime delle Nazioni Unite, i profughi potrebbero raggiungere il milione entro il primo semestre di quest’anno, ndr), un flusso continuo e incontrollato nutre le file dei combattenti dell’una e dell’altra parte, insieme agli armamenti più sofisticati. Così, nel secondo inverno della mattanza siriana lo stallo è totale. Solo il numero delle vittime cambia di giorno in giorno, avvicinandosi ormai a 70mila. La casa dei ribelli vede una scomoda coabitazione fra due anime: una, per così dire, laica, che gode del sostegno occidentale e che viene rappresentata politicamente dalla Coalizione nazionale, seppur con grandi difficoltà; l’altra, schiettamente confessionale, piombata come un avvoltoio sulla carcassa siriana nella speranza di trasformarla in un califfato sunnita.
Membri di questo gruppo sono gli uomini del Jabhat al-Nusra li ahl al-Sham (Fronte di supporto alla gente della Siria), che al momento controllano l’aeroporto internazionale di Aleppo e avanzano nel Nord. Fra gli integralisti sunniti spiccano i volontari nordafricani, venuti alla luce del sole durante la Primavera araba. Tunisini in primis. Poi ci sono gli abboccamenti fra servizi israeliani e insorti laici per operazioni congiunte nell’area del Golan (ieri bombardata dall’aviazione di Damasco). E chissà quanti fra informatori, agenti operativi e unità scelte turchi, sauditi, qatarioti, americani, britannici ed europei in genere sono già sul campo dalla parte dei rivoluzionari. Gli ufficiali scelti iraniani, invece, sono in prima linea al fianco dei lealisti di Assad. Così anche gli hezbollah libanesi.
Una guerra sempre meno siriana e sempre più globale, combattuta da un’autentica “Legione straniera” come dimostrano i passaporti “esotici” di numerosi cadaveri. La partita a scacchi che coinvolge l’intero territorio è logorante: un tira e molla macabro a Idlib, Deraa, Hama, Homs e nei dintorni della capitale. Il fenomeno emergente delle ultime settimane è quello dei sequestri di civili, 300 negli ultimi due giorni.
Gli attivisti siriani invitano gli oppositori all’estero a tornare in Siria proprio per occupare le zone liberate e cominciare a guardare avanti, ma lo stallo più grave è quello politico: gli oppositori sono divisi, chi aperto al dialogo, almeno con coloro che non si sono macchiati di sangue, chi oltranzista. Quanto al rais, dato ancora per presente nella capitale, ma in movimento da un rifugio all’altro per paura di essere individuato o tradito, lo stato d’animo è reso efficacemente dalla seguente dichiarazione: «Non sono un burattino, devo vivere e morire in Siria» (intervista alla tv di Stato russa dell’8 novembre 2012, ndr).
E almeno una volta a settimana il ministero degli Esteri russo si fa portavoce della sua volontà incrollabile di non mollare. Eppure, la stampa sudamericana solleva il velo su un possibile esilio dorato da quelle parti. Solo la partenza – o la dipartita – dell’impassibile Bashar al-Assad, a questo punto, potrebbe mettere fine al buco nero siriano. Catalizzatore maledetto di appetiti internazionali. Continua a leggere
Pubblicato in Africa e Medio Oriente
Commenti disabilitati su La «Legione straniera» tiene in scacco Assad