Baghdad, cattedrale simbolo di resistenza | Mondo | www.avvenire.it

È stato come un commosso, trepido passaggio di testimone la riconsacrazione della cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo soccorso.Una chiesa simbolo della sofferenza dei cristiani d’Iraq, dal 31 ottobre 2010 divenuta pure un sacrario: 46 martiri uccisi sui banchi della chiesa e addirittura davanti all’altare o negli anfratti della sacrestia. Quella nera notte di due anni fa un commando di un gruppo affiliato ad al-Qaeda entrò nella chiesa gremita mentre si celebrava la liturgia di Ognissanti. «La mano del diavolo è entrata sin dentro quel luogo di culto per uccidere», disse il giorno dopo ai funerali il patriarca caldeo Emmanuel Delly.Padre Taher stava leggendo un brano biblico quando vide degli uomini armati irrompere fino all’altare. Un colpo alla tempia mentre gridava: «Lasciate in pace i miei fratelli». Poi le raffiche di mitra sulla gente in fuga e quando, con un inspiegabile ritardo di quattro ore la polizia intervenne per liberare gli ostaggi, i terroristi si fecero saltare in aria come kamikaze. Un altro sacerdote, padre Wassim, molte donne e bambini fra le 46 vittime. Morti, in quel delirio di violenza e odio, pure 5 membri del commando.Per questo la riapertura al culto venerdì e la consacrazione ieri della cattedrale siro-cattolica – presenti i vescovi di Baghdad, il cardinale vaticano Leonardo Sandri e le autorità irachene – è un segno della resistenza della minoranza cristiana, ferita e indebolita di numero, ma determinata a costruire il nuovo Iraq. «Al-Qaeda non è riuscita a sradicare i cristiani dall’Iraq», ha affermato venerdì durante la cerimonia il premier iracheno, lo sciita Nouri al-Maliki. «Gruppi estremisti religiosi hanno attaccato cittadini iracheni di tutte le confessioni religiose, senza risparmiare alcuno», ha ricordato il premier Maliki. Un terrorismo da arginare e sconfiggere, non da fuggire: per questo il primo ministro ha chiesto ai Paesi europei di non incoraggiare i cristiani a lasciare l’Iraq con progetti di assistenza e sussidi per chi sceglie l’esilio.

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