Bambino con due mamme. Ideologia dei giudici | Tempi.it

gennaio 10, 2015  Redazione

Quello a cui si sta assistendo è l’indebito protagonismo giudiziario di singoli giudici o delle varie Corti, con scelte, giudizi e pronunciamenti sui quali nessuno potrà mai chiedere loro conto

Mps: Siena, in corso interrogatorio in ProcuraPubblichiamo il comunicato del Forum delle famiglie – Il caso del bambino con due mamme è l’ennesimo episodio in cui si fa carta straccia delle qualità fondative della famiglia naturale, ma anche della specifica identità giuridica della famiglia, così come viene definita dalla Costituzione. E la cosa singolare – e pretestuosa – è che lo si faccia nel nome dell’interesse del bambino. Ha ragione l’arcivescovo di Torino, Nosiglia, quando ricorda che «di mamma ce n’è una sola» e che «l’espansione senza fine di certi “diritti soggettivi” porti a situazioni di grande confusione (giuridica e non solo), con il rischio che a pagarne le conseguenze siano prima di tutto proprio quei “minori” che si intende tutelare».

È evidente che si tende ad enfatizzare in chiave ideologica le pretese di alcune coppie. Già è grave quando è la politica a fare queste scelte ideologiche, come nel caso dei sindaci che trascrivono “automaticamente” – in modo arbitrario – i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, che non sono assolutamente riconosciuti nel nostro Paese. Almeno poi i sindaci sono sottoposti al giudizio degli elettori, che prima o poi potranno decidere se rivotarli oppure no.

Ma quello a cui si sta assistendo è l’indebito protagonismo giudiziario di singoli giudici o delle varie Corti, con scelte, giudizi e pronunciamenti sui quali nessuno potrà mai chiedere loro conto.

Non c’è rispetto né per la famiglia né per lo Stato, entrambi asserviti alla “ideologia creativa” di persone che usano le istituzioni, anziché servirle.

In questo strano Paese neppure sulle cose che fondano la società si riesce a discutere senza inquinare tutto con ideologie e interessi di bottega.

Se le nuove biotecnologie aprono nuove opportunità, più o meno buone, e se queste opportunità richiedono di essere regolamentate anche a costo di modificare assetti legislativi esistenti, questa è una scelta che deve essere fatta nella giusta sede, in Parlamento. Il Codice civile, il diritto di famiglia e perfino la legge 40 che prevede l’applicazione della fecondazione eterologa solo con un padre ed una madre, si modificano a Roma, non in giro per i tribunali o per gli uffici dei sindaci di tutt’Italia, e neppure sposando acriticamente scelte importate da altri Paesi.

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