BANGLADESH Cattolici in Bangladesh colpiti da espropri e conversioni forzate all’islam – Asia News

di Santosh Digal

Un gesuita, docente al seminario maggiore di Dhaka, spiega le difficoltà della comunità cristiana e cattolica, spesso afflitta da povertà estrema. Sempre più diffuse le conversioni all’islam per ragioni matrimoniali. Nell’era della comunicazione e della globalizzazione, è urgente l’attenzione ai giovani.

Dhaka (AsiaNews) – Espropri delle terre, conversioni all’islam, formazione religiosa più profonda: sono alcune delle sfide che la Chiesa in Bangladesh affronta giorno dopo giorno. In un’intervista ad AsiaNews, p. John Chinnappan sj, professore di filosofia e teologia all’Holy Spirit Major Seminary di Dhaka, racconta i problemi della comunità cristiana, una minoranza di appena lo 0,3% contro il 90% della popolazione di religione islamica. Il docente, impegnato nel settore sociale e nella comunicazione, descrive una Chiesa piccola nei numero ma “vibrante nella fede”, che tuttavia deve attivarsi con più forza in materia di giustizia e diritti umani. Di seguito, l’intervista del gesuita ad AsiaNews.

Quali sono le sfide della Chiesa in Bangladesh?

Nel complesso, la Chiesa in Bangladesh è una minoranza. Nonostante questo, è diventata vibrante nella fede. Il Vangelo di Gesù è radicato nelle vite dei cristiani. Inoltre, essa è una Chiesa devota. Sin dal 15mo secolo, con l’evangelizzazione portata dai missionari portoghesi ed europei, vi sono state molte manifestazioni di fede attraverso movimenti religiosi e associazioni, che hanno aggiunto vigore e vitalità alla Chiesa.

Una delle sfide maggiori per la Chiesa riguarda la questione delle terre. La maggior parte dei cristiani stanno perdendo i loro possedimenti, che finiscono nelle mani di altri (per lo più musulmani). In molti casi, i cristiani vendono i terreni per far studiare i figli nelle grandi città o all’estero. Di solito, quando un membro della famiglia si trasferisce, non torna nel Paese natale. In questi casi, i familiari vendono le proprietà e raggiungono il parente all’estero.

I musulmani Rohingya rappresentano un’altra sfida, perché sono sempre pronti a comprare le terre dei cristiani.

Inoltre, molti abitanti dei villaggi si riversano a Dhaka, per varie ragioni. Anzitutto, perché nella capitale ci sono più soldi, mentre nelle campagne la povertà è assoluta. Così, la migrazione interna è dilagante, ma anche quella verso altri Paesi è in crescita.

Il mio timore, è che un giorno la maggior parte dei cristiani del Bangladesh si ritrovi senza terra, se Chiesa e società civile non interverranno al più presto.

Finora cosa ha fatto la Chiesa per risolvere questa situazione?

Gli sforzi sono stati minimi. Quasi nessun sacerdote e religioso è impegnato nella giustizia o nei diritti umani. Di questi conosco p. Joseph Gomes, Omi, direttore del comitato Justice, peace and Integration of Creation (Jpic) degli Oblati di Maria Immacolata. …

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