Bangladesh, partito islamico: Via le minoranze, riunifichiamoci al Pakistan – Asia News

di Nozrul Islam
Continuano hartal (scioperi) e violenze in tutto il Paese, soprattutto contro gli indù. Timori tra buddisti, cristiani e tribali. Il partito nazionalista si allea con il Jamaat-e-Islami per far cadere il governo. Sui blog di fondamentalisti islamici, istruzioni su come sabotare ferrovie, manifestazioni e attaccare poliziotti.

Dhaka (AsiaNews) – Riunificare il Pakistan, creare uno Stato islamico “puro” e cacciare tutti i non musulmani. Parole antiche per il Bangladesh che tornano sulla bocca dei sostenitori del Jamaat-e-Islami (partito islamico), mentre proseguono gli hartal (scioperi) e le violenze, in particolare contro la minoranza indù, in diverse zone del Paese. Nel complesso, dall’inizio dei disordini – iniziati più di una settimana fa – sono almeno 87 le vittime, per lo più poliziotti o attivisti pacifici. Il clima è sempre più teso, grazie all’appoggio totale del Bangladesh Nationalist Party (Bnp, primo partito dell’opposizione) alla “causa Jamaat”: abolire i tribunali di guerra voluti dall’Awami League (Al, partito di governo); ritirare la condanna a morte per Delwar Hossain Sayeedi, vicepresidente del Jamaat; mandare a casa il governo.

Per Sheikh Hasina, primo ministro e leader dell’Al, la richiesta è inaccettabile, perché vorrebbe dire ammettere la propria sconfitta. Intanto però, il Jamaat sembra non volersi fermare, e forte del sostegno del Bnp va avanti con la sua politica del terrore, armando anche donne e bambini per “salvare l’islam in pericolo e salvare la propria anima”.

Il partito islamico appare molto organizzato: sui blog dei suoi sostenitori si parla in modo aperto di riunirsi al Pakistan e formare un Paese di soli musulmani cacciando indù, atei e cristiani. Si spiega come sabotare ferrovie, attaccare le forze dell’ordine e creare disordini durante gli scioperi. Non mancano iniziative “creative”: fotomontaggi del volto di Sayeedi (il leader Jamaat condannato a morte) con la luna piena sullo sfondo, sbandierati come “veri” e segno che va salvato al più presto, per non andare all’inferno. O, ancora, immagini di manifestanti ritoccate, con persone sospese in aria o con il volto luminoso, simbolo che jinn (spiriti) e angeli sostengono la rivolta islamica.

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