Batwoman, il matrimonio lesbo non s’ha da fare

di Marco Respinti

Voci inquietanti sul legame gay tra Batman e la sua “spalla” Robin circolano da quando lo psichiatra tedesco americano Fredric Wertham (1895-1981) pubblicò nel 1954 il libro Seduction of the Innocent (Rinehart & Co., New York), un peana moralistico contro i fumetti giudicati fonte di corruzione e di delinquenza giovanile, in cui i supereroi venivano immancabilmente bollati, non senza una certa bizzarria, chi di criptomosessualità, chi di pornografia sadomasochistica, chi persino di fascismo. Il libro comportò una singolare intrusione censoria del governo statunitense nel mondo dei fumetti, ma ad anni di distanza più di un dubbio è sorto su quella “crociata” sgangherata – lo ha rilevato in febbraio The New York Times 
– basata, come ha dimostrato Carol L. Tilley dell’Università dell’Illinois, su dati falsificati . Ma la realtà supera spesso la fantasia, come rivela il caso di Batwoman.

Creata nel 1956 da Robert “Bob” Kane (1915-1998) e da Sheldon “Shelly” Moldoff (1920-2012) per la più grande etichetta di fumetti, la DC Comics di New York, come alter ego femminile di Batman, senza maschera né tutina, Batwoman è una ricca ereditiera di nome Katherine “Kathy” Kane. Nottetempo sgomina criminali e arresta felloni a Gotham City come e meglio di un uomo, ma ha una particolarità. È lesbica. Però non è nata così. Quando apparve la prima volta nel 1956 sul n. 233 del periodico Detective Comics aveva il compito di ammaliare nientemeno che Batman onde fugare una volta per tutte le calunnie messe in giro dal Dott. Wertham. Così proseguì indisturbata fino a che, nel 1964, il nuovo direttore della “divisione Batman” della DC Comics, Julius “Julie” Schwartz (1915-2004), decise di cancellare tutti i personaggi inessenziali dalle avventure dell’uomo-pipistrello. Anzi, nel 1985 la serie Crisis on Infinite Earths stabilì perentoriamente e retroattivamente che Batwoman (ma non Kathy Kane) nemmeno era esistita.

Tutto rimase così a lungo, ma nel 2006 Batwoman “risorse” improvvisamente nel fascicolo n. 824 di Detective Comics forte di una nuova identità sia biografica sia sessuale. Batwoman, che ora si chiama Kate Kane, ha fatto a lungo coppia fissa con Renee Montoya, ma poi l’ha lasciata accusandola di temere l’outing. Del resto Renee, preoccupata dei continui ritardi di Kate e dalle sue assenze notturne, teme di essere tradita con un’altra. La sua nuova fiamma è dunque Margaret “Maggie” Sawyer, ex poliziotta della superstazione stellare dei supereroi e divorziata il dì che si accorse di essere omosessuale. In febbraio, in consonanza con l’aria che tira e con l’Amministrazione Obama, Batwoman le ha chiesto di “sposarla”, cosa mai accaduta nei fumetti.

Del resto, dal 2010 Batwoman gode di una serie tutta sua e in soli tre anni è riuscita a farsi espellere dall’Accademia Militare degli Stati Uniti a causa del proprio orientamento sessuale, ancora una volta in sintonia con la Casa Bianca che nel 2011 ha abolito la legge (comunemente denominata “Don’t Ask, Don’t Tell”) che dal 1994 precludeva agli omosessuali la forze armate. L’anno scorso si è pure guadagnata il “premio alla carriera” conferitole dalla Glaad, la Gay and Lesbian Alliance Against Defamation, ovvero una delle sigle più potenti del mondo omosessualista, la quale ha pure stabilito, al termine di una ricerca sui 101 film prodotti l’anno passato dalle major di Hollywood, che le pellicole di genere fantastico o fantascientifico sono le più “omofobe” di tutte.

Ma ecco l’imprevisto: il “matrimonio” fumettistico tra la rossa Kate e il “maschiaccio” Maggie non s’ha da fare, sentenziano i vertici della DC Comics al colmo della sopportazione. L’alt è appena giunto, secco e perentorio, e così i due autori attuali del personaggio-testata Batwoman, J.H. Williams III e W. Haden Blackman, hanno deciso di andarsene. Precisando per iscritto che l’inatteso divieto alle “nozze” lesbiche imposto dalla proprietà alla loro nuova Batwoman è una variazione repentina, insopportabile e tanto grave da pregiudicare il futuro della serie. E poi c’è chi dice che le buone notizie non esistono più.

Fonte: La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online – Batwoman, il matrimonio lesbo non s’ha da fare.

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