BHUTAN – INDIA Bhutan, diviso tra il “Pil della felicità” e la persecuzione anticristiana – Asia News

di Nirmala Carvalho

Il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) denuncia lo sfruttamento delle leggi anti-conversione per perseguitare i non buddisti, in particolare i cristiani. In Bhutan esiste una formale libertà di culto, ma i cristiani non possono costruire chiese, né dire messa in pubblico.

Timphu (AsiaNews) – Invece di promuovere il “Pil della felicità”, il Bhutan deve “garantire piena libertà di culto ai cristiani del regno”. Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), lancia questo appello in vista della 64ma Festa della repubblica dell’India (il prossimo 26 gennaio), quando il re del Bhutan, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, parteciperà alla parata come ospite d’onore che si terrà il prossimo 26 gennaio. Quel giorno, il popolo indiano celebra l’adozione della Costituzione e la dichiarazione dell’India come Stato laico. Per il leader cristiano è l’occasione per parlare delle leggi anti-conversione in vigore, uno strumento usato per “perseguitare i missionari cristiani” e le piccole comunità.

Inventato nel 1972, il “Pil della felicità” (Gross National Happiness, Gnh) si basa su quattro pilastri: sviluppo sociale equo e sostenibile; sostenibilità ambientale; promozione della cultura e delle relazioni; buon governo. Il Centro studi per il Bhutan ha diviso tali pilastri in nove categorie di riferimento, per un totale di 72 indicatori. Essi includono aspetti “oggettivi” e “soggettivi” della valutazione del benessere economico: utilizzo del tempo; benessere psicologico; stato di salute; vitalità della comunità; varietà culturale; livello d’istruzione; tenore di vita; buon governo; varietà ambientale. In base ad esso, oggi più del 66% della popolazione – che conta 742mila persone – è “sufficientemente felice”.

Dal 2006 il governo del Bhutan ha iniziato a promuovere una democrazia formale, dopo secoli di monarchia assoluta che proibiva la pratica di religioni diverse dal buddismo. Varata nel 2008, la nuova Costituzione prevede – almeno in via ufficiale – libertà religiosa per tutti i bhutanesi, previa segnalazione alle autorità competenti. Negli anni sono sorti così alcuni templi indù. Tuttavia, ancora oggi i cristiani non possono costruire chiese e celebrare la messa in pubblico.

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