Bilancio dell’Associazione “Cristiani per servire”dal 1994 al 31 dicembre 2018

“Tappe” fondamentali.

IN EUROPA : cosa abbiamo fatto:

  1. a) Petizione al Parlamento Europeo nel 1999, n. 146/99, per una Direttiva Comunitaria sulla malattia mentale uguale e con uguale valenza in ambito di tutti gli Stati membri Unione Europea.
  2. b) “Libro Verde”, nostre proposte del 10 ottobre 2005, n.R-158 Commissione Europea.
  3. c) Petizione al Parlamento Europeo del 21 dicembre 2004.(come al punto a)
  4. d) Ricorso al Parlamento Europeo ed alla Commissione per le Petizioni nel 2005.
  5. e) Ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo il 10 ottobre 2006 , rubricato al n. 44330/06 (come al punto a).
  6. f) Ricorso respinto in data 27 novembre 2008 (4 dicembre 2008 prot. CEDH-LIt 1.ORE 8CD5) PC/ENI/ahu). Sentenza Corte Europea per i Diritti dell’Uomo allegata.
  7. g) Riproposizione argomento malattia mentale al Presidente Parlamento Europeo in data 16/7/2009 e nel 2018 .
  8. h) Ricorso all’Alto Commissariato per i diritti dell’Uomo di Ginevra in data 15 aprile 2010.
  9. i) Risposta del Presidente del Parlamento Europeo alla mia lettera del 16 luglio 2009.
  10. l) Interrogazione al Presidente del Parlamento Europeo.

a.) Petizione al Parlamento Europeo nel 1999.

Dichiarata ricevibile con il n. 146/99 (pubblicata su Official Journal of the European Communities c. 175/7 del 21.06.1999), il 20/21 settembre 1999, la Commissione per le Petizioni a norma dell’art. 175 paragrafo 3 del Regolamento ha risposto il 29 maggio 2000 CM/412554IT.doc prot. PE 290.531, pur lasciando la competenza della Sanità Pubblica agli Stati Membri, riconosce primaria l’importanza della promozione della Salute Mentale in Europa. Il “problema” è stato sollevato in primis in quell’epoca ed in maniera unica da parte della n/s Associazione, che oggi, 2018, ha richiesto nuovamente e più volte un specifica Direttiva Comunitaria in merito. 

b.)“Libro Verde”. Nostre proposte.

A seguito di richiesta di opinioni sul Documento denominato “Green Paper: promoting the mental health of the population:Towards a strategy on mental health for the European Union”- “Libro Verde”: Promuovere la salute mentale della popolazione: Verso una strategia per la salute mentale in Europa”, la n/ s Associazione ha inoltrato alla Commissione Europea Direzione Sanità Pubblica a Lussemburgo le proprie argomentazioni rubricate al n. R. 158.

http://ec.europa.eu/health/ph_determinants/life_style/mental/green_paper/mentalgp_contributions_en.htm

http://ec.europa.eu/health/ph_determinants/life_style/mental/green_paper/mental_gp_co158.pdf

Il Green Paper è un Documento di riflessione su una tematica Politica Specifica della Commissione Europea a livello Europeo, che rappresenta il principio verso sviluppi Legislativi successivi.

Lo scopo è quello di dare inizio ad un ampia consultazione sull’importanza della salute mentale per diversi obiettivi di politica dell’Unione Europea, come quello di promuovere solidarietà e onde portare vantaggi tangibili alla politica di vita dei cittadini e nella necessità di una strategia della UE sulla salute mentale e le sue priorità.

c.) Petizione al Parlamento Europeo del 21 dicembre 2004.

Inoltrata al Parlamento Europeo ai sensi del Titolo V art.II-104 della Costituzione Europea, si è voluto porre in evidenza la inadeguata attenzione della Costituzione Europea sulla disabilità psichica richiedendo un provvedimento legislativo, Risoluzione o Direttiva Comunitaria sui portatori di disagio psichico.

La carenza di una Normativa Comunitaria specifica verso la patologia mentale ha spinto la n/s Associazione nel richiedere quanto sopra detto, anche in virtù dell’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, in questo settore nel quale l’Unione Europea può decidere di svolgere un’azione di sostegno, coordinamento o di complemento per un specifico provvedimento uguale e nello stesso trattamento usato in tutti gli Stati membri della UE.

Anche per una libera circolazione in sicurezza già prevista dal Trattato di Schengen delle persone di cui al Titolo 2° art.II-66 sia in Italia come negli altri Stati UE a fronte dei gravi rischi, per la diversificazione dei provvedimenti vigenti, per i numerosissimi casi di violenza attuati da persone portatrici di malattie mentali nei confronti di parenti, passanti o vicini di abitazione.

Il Presidente del Parlamento Europeo mi ha comunicato che in data 19 febbraio 2009 il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione non legislativa sulla Salute Mentale (ENVI/6/65497 e mi suggeriva di ripresentare un sollecito affinché si possa emanare una normativa in tal senso, rivolgendomi alla Commissione “Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE). Lo scrivente, su richiesta di Mr. Luciano Gaudio Policy Advisor to Mr. S.  Vice-Chairman on Civil Liberties Justice and Home Affairs Committee European Parliament Brussels, ha inoltrato un testo onde avviare interrogazione ala Commissione Europea ed al Consiglio:

Attendiamo una risposta. 

d.) Ricorso al Parlamento Europeo ed alla Commissione per le Petizioni nel 2005 avverso decisione della “Commissione per le Petizioni” per esclusione della Petizione del 21 dicembre 2004 per “incompetenza dell’Unione Europea nel settore della sanità pubblica compresa quella relativa alla malattia mentale”.

Il Ricorso è stato respinto con lettera dal Presidente della Commissione per le Petizioni dr.Marcin Libici (Bruxelles 304471 del 30 marzo 2006 prot.. PS/cd/[02-COMM.PET (2006)D/17262 ].

E’ da sottolineare che la Commissione Europea può emettere un provvedimento essendo Istituzione in Europa investita dai Trattati UE (art. 192.2) del potere d’iniziativa legislativa nell’ambito delle competenze dell’Unione Europea. Da qui Ricorso alla CEDU.

 

e.) Ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo a Strasburgo (CEDU).

Poiché sono stati esauriti tutti i gradi di giurisdizione interna, ho proposto direttamente alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” istanza, (rubricata al n. 44330/06, 10 ottobre 2006 ) nella quale si ritiene una violazione dei diritti inerenti il comparto socio-sanitario dal quale non è possibile non considerare la patologia mentale da parte della Costituzione Europea che, forse, ha involontariamente disatteso, unificandola o confondendola col il patogeno fisico uguale nel mondo della sofferenza e del dolore.

f.) Ricorso respinto in data 27 novembre 2008.

La motivazione di fondo che ci ha spinto al Ricorso alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo , è costituito dalla carenza nella Costituzione Europea del mancato riconoscimento, quale persona, quella relativa ai portatori di handicap psichici in continua evoluzione in ambito UE.

Purtroppo non ha trovato accoglienza presso la Corte, che alla richiesta, come recita la Sentenza, “di un diritto invocato” (una richiesta di Direttiva Comunitaria valida in tutti gli Stati membri della UE), e prosegue che “non figura tra i diritti e le libertà garantiti dalla Convenzione. Ne consegue che il Ricorso è incompatibile ratione materiae con le disposizioni della Convenzione ai sensi dell’art.35/3. La decisione della Corte è definitiva e non può essere oggetto di ricorsi davanti alla Corte, compresa la Grande Camera od altri organi”.

L’argomentazione indotta dalla “Corte”, per la quale mi astengo di commentare, mi ha stupito, né mi ha convinto il richiamo ad una pseudo “Convenzione” con gli artt.34 e 35 di cui non si cita altre connotazioni atte ad individuare le motivazioni della Sentenza che di seguito si allega.

NO COMMENT AULLA SENTENZA ! 

g.) Riproposizioni al Presidente del Parlamento Europeo in data 15 aprile 2010.

In data 16 luglio 2009 con lettera al Presidente del Parlamento Europeo, sulla elaborazione di un provvedimento legislativo in favore dell’ambito sanitario-legislativo “malattia mentale”, abbiamo richiesto una specifica Normativa, Risoluzione o Direttiva Comunitaria uguale per validità e con la stessa valenza in tutti i 27 Stati membri della Unione Europea.

h.) Ricorso all’”Alto Commissario per i diritti dell’Uomo” di Ginevra.

In data 23 aprile 2010 ho inoltrato al seguente indirizzo: “Nations Unies Haut Commissariat aux droits de l’Homme Palais des Nations” CH-1211 Genève 10, un Ricorso avverso la “Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU e del “Protocollo Optionale”, onde si richiede l’accoglimento della richiesta per la protezione e la difesa della dignità umana sia verso i disabili fisici che verso gli handicappati mentali in quanto nella “Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilità” non ha valutato la evidente discriminazione operata nei confronti delle persone con disordini psichici. (http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Ricorso%20ONU.pdf)

In data 6 settembre 2010 ho inviato al’Alto Commissario per i diritti umani di Ginevra un sollecito. Siamo in attesa di risposta. 

I.) Risposta del Presidente del Parlamento Europeo alla mia lettera del 16 luglio 2009.

Il Presidente On.le JerzyBuzek mi ha risposto in data 4 maggio 2010 con lettera prot.A (2010) 8749 EN/cl con oggetto: Direttiva Comunitaria sulla disabilità psichica, “suggendomi” di presentare “una normativa in tal senso rivolgendosi direttamente alla Commissione “Libertà civili, giustizia e affari interni “ (LIBE) e di contattare i parlamentari italiani membri della commissione” all’indirizzo di:

[email protected]

l.) Interrogazione al Signor Presidente del Parlamento Europeo.

Per conoscere quali Provvedimenti Legislativi uguali e con la stessa valenza in tutti gli Stati UE intenda adottare onde promuovere e tutelare la salute mentale degli europei quale priorità d’azione fondamentale conformemente alle disposizioni della “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” dell’ONU (6 dicembre 2006 Distr.General A/61/611 Sixty-first session).

Tutti sappiamo che la Costituzione Europea, è la “Cart” che ribadisce la difesa e la tutela della dignità della persona compresi i “ più deboli e bisognosi” com’è nel Preambolo Generale al fine della non discriminazione di cui al Titolo III° art.II-81 comma 1° e nel Preambolo della Parte 2° comma 3, la Comunità Europea ha voluto porre al centro della sua azione la persona come indice generale di rispetto dell’essere umano e nel contempo di difesa dei diritti fondamentali dello stesso.

A questo proposito rilevando che la legge italiana n.180/1978, legge che ha “deciso” la chiusura degli ospedali psichiatrici, non ha adeguatamente previsto un insieme di misure e di strutture volte a tutelare la salute mentale dei cittadini, specie quelli affetti da gravi psicosi ed a aiutare le famiglie dei malati,  ha preconizzato con Petizione alla Commissione Europea, una serie di misure precise volte a rimediare ai gravi disagi prodotti da persone con problemi psichici nel pieno rispetto dei diritti e della dignità degli handicappati mentali.

Con Petizione n. 146/99, dichiarata ricevibile il 20/21 settembre 1999, i Servizi della Commissione Europea hanno trasmesso una comunicazione su questa tematica al Parlamento Europeo il 12 aprile 2000. Dopo presentazione delle conclusioni della Commissione Europea da parte del funzionario responsabile ed a seguito del dibattito generale, il Parlamento decideva di chiudere il caso “per mancata competenza comunitaria”. (CM/412554IT. Doc. PE 290.531).

Il ricorrente con altra Petizione diretta alla Commissione riceveva risposta con motivazione “ per incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica compreso l’ambito della infermità mentale (prot. 304471 del 30 marzo 2006 PS/cd.02 Com.Pet. 2006 D/17262 ). In data 2 novembre 2006  con Ricorso rubricato al n.44330/06  il ricorrente inoltrava alla “Corte Europea dei diritti dell’Uomo” contro la decisione della Commissione per le Petizioni, ma la Corte Europea rigettava il Ricorso tendente ad una Risoluzione o Provvedimento legislativo uguale e con la stessa validità in tutti gli Stati membri della UE, per “ un diritto che non figura tra i diritti e le libertà. Ne consegue” continua la sentenza “ che il Ricorso è incompatibile ratione materiae con le disposizioni” ( motivazione della Sentenza : Cedh-Lit 1.Or [CD%] PC/ENI/ahu).

L’interrogante facendo appello alla solidarietà di tutto l’Europarlamento chiede che il Consesso all’unisono possa esaminare la possibilità di una Normativa d’Adeguamento Comunitario con l’adozione di linee guida utili ed atte alla riorganizzazione di questo vasto e grave settore di salute pubblica ritenuto necessario ed urgente per aprire il cuore alla speranza delle famiglie di questi “malati” e dell’opinione pubblica che in Europa assume una rilevanza molto significativa, come auspica la Risoluzione del Parlamento del 6 settembre 2006 sul miglioramento della salute mentale della popolazione della UE.

 

IN ITALIA.

  1. a) Documenti originali: S. Sede e CEI totale 31; Istituzioni Italiane totale 64; Istituzioni Europee totale 36.
  2. b) Interviste Radio totale 25
  3. c) Su mia proposta e promossa dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dr. Gianni Letta, è stata indetta la “Giornata di riflessione sulla depressione”, avvenuta nella Sala Verde di Palazzo Chigi il 17 marzo 2005 innanzi al Governo, ho esposto in 9 punti le necessità primarie del mondo dell’handicap psico-fisico :

1) Eventuale costituzione di un Fondo Speciale Economico (Dopodinoi),

2) Attivazione della ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali,

3) Aggiornamento assegni di assistenza,

4) Deducibilità dal reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere,

5) Riforma Ospedali Psichiatrici Giudiziari e Privati.

6) Proibizione della terapia elettroconvulsionante e braccialetto elettronico,

7) Aumento posti letto da 15 a 30 negli Enti Ospedalieri,

8) Riqualificazione Operatori Sanitari,

9) Nelle strutture residenziali esistenti dotare di spazi verdi.

Un doveroso e grato ringraziamento all’amico dr. Gianni Letta.

  1. d) Petizione ai sensi dell’art. 50 della Costituzione Italiana:

1) nella 13° Legislatura assegnata col n. 520 alla Camera dei Deputati e col n. 13 al Senato della Repubblica. Inevasa per l’anticipato scioglimento delle Camere,

2) nella 14° Legislatura assegnata col n. 23 alla Camera dei Deputati e col n. 13 al Senato della Repubblica. E’ stata abbinata ai progetti di legge nel Testo Unificato “Prevenzione e cura delle malattie mentali” ai sensi del Capo XXV art. 109 comma 2° del Regolamento della Camera.

3) Nella 15° Legislatura assegnata col n. 9 alla Camera dei Deputati e col n. 1 al Senato della Repubblica, sempre sulla malattia mentale in Italia

Inoltre Petizione alla Camera dei Deputati col n. 379 e al Senato della Repubblica col n. 558 del 28 maggio 2007 sulla applicazione da parte dell’Italia della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU. (Distr. General 6 dicembre 2006 A/61/611).

4) Nella 16° Legislatura:

a.) col n. 5 è stata assegnata alla 12° Commissione Igiene e Sanità (“Legge-quadro in materia di assistenza psichiatrica”);

b.) col n. 6 assegnata alla stessa 12° Commissione e III° Commissione Affari Esteri del Senato della Repubblica (“Norme per il recepimento della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU integrandola con provvedimenti specifici per malati mentali;

c.) col n. 9 è stata assegnata alla 12° Commissione Affari Sociali (“Riforma dell’assistenza psichiatrica”) unendo con “Norme per il recepimento della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU.

 

Da tempo abbiamo chiesto al Parlamento Italiano ed al Governo Berlusconi: 

1.) la ratifica della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” ai sensi dell’art.43, come consenso vincolante e nel rispetto della dignità umana precise riserve ai sensi dell’art.47 e tali da escludere ogni possibile riferimento all’aborto e ad ogni metodo o modalità della salute riproduttiva;

2.) emendamento da parte del Governo per riconoscere il termine giuridico di handicappato mentale, perché l’Italia, quale membro dell’ONU può proporlo in base all’art. 47 della “Convenzione”, fermo restando il diritto di ogni Paese ad adottare norme migliorative ai sensi dell’art.4/a, che l’Italia deve applicare in sostituzione delle leggi 180 e 833 del 1978 in conformità della legge n. 104/1992;

3.) richiedere all’ONU l’indizione di una “Giornata Mondiale sulla salute mentale”, come ci informa la “Division for Social Plicy” DESA dell’ ONU;

4.) Che il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati con sollecita urgenza adempiano quanto sancisce l’art. 4 della “Convenzione” onde “adottare appropriate misure legislative di riforma delle leggi 180 e 833 in una legge-quadro di riordino dell’assistenza psichiatrica in modo che le singole Regioni possano indirizzarsi in maniera omogenea ed emanare norme legislative ai senso dell’art.117 della Costituzione Italiana in materia di salute mentale non in contrasto con l’interesse nazionale e con meccanismi di perequazione per migliorare la qualità del servizio uguale in tutte le Regioni in sintonia con quanto stabilisce la “Convenzione”.

Ratifica della “Convenzione per i diritti delle persone con disabilità” dell’ONU.

Bisogna riconoscere un dato certo: il Governo Berlusconi, a fronte di quanto non ha fatto il Governo Prodi nel 2007, ha ratificato il 20 febbraio 2009 e “licenziato”con il disegno di legge n. 2121 la “Convenzione per i diritti delle persone con disabilità” voluta dall’ONU nel dicembre del 2006, ma all’art.2 approvando in toto quanto “prescrive” il Documento ONU compreso il Protocollo Opzionale, ha messo in “moto” l’aborto e l’eutanasia nei confronti ed a danno dei disabili fisici e degli handicappati psichici (quest’ultimi non compresi nel Testo) generando un “Osservatorio Nazionale sulle condizioni delle persone con disabilità”. Una ennesima “conquista” della burocrazia che tanto danno apporta alla società.

La n/s Associazione non approva gli artt. 23 e 25 della “Convenzione” ratificata dal Governo Berlusconi, in cui di fronte ad una situazione di imperfezione del feto od altro, si possa avvallare od includere metodologie di sterilizzazioni, l’aborto, l’eutanasia, la selezione i limitazione delle nascite, proposte che offendono la dignità della persona. Queste sono in contrasto con l’art.10 dove “ viene garantito il diritto alla vita”; con l’art.15 “ dove nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medico-scientifici con l’art.16 “ dove si protegge ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso”.

Se queste enunciazioni venissero applicate, potrebbe accadere che tutti i disabili, specie gli handicappati psichici, potrebbero essere sterilizzati o subire forme di eutanasia e quindi sarebbe loro negato non solo il diritto alla nascita, ma anche alla vita.

Per questi motivi avevo inoltrato il 3 gennaio 2009 (prima della ratifica) una Petizione ai due Rami del Parlamento Italiano onde valutare ai sensi dell’art.47 di porre emendamenti al fine di apportare precise riserve così da escludere ogni riferimento all’aborto, sia come diritto che come modalità e metodo della salute riproduttiva.

Il Senato della Repubblica non ha preso nessuna iniziativa per quanto chiedevo con le mie petizioni a mia prima firma, e la Camera dei Deputati le appena solo nominate.

Sottolineo che le Petizioni, ammesse dall’art.50 della Costituzione Italiana, sono espressioni della volontà dei cittadini che in tale maniera esercitano il principio della “sovranità popolare”(art.1) mediante la democrazia diretta (referendum, plebiscito, petizione) inoltrate affinché il Parlamento (Senato e Camera) avevano l’obbligo di una democratica attenzione, valutazione e risposta che nel contesto delle n/s Petizioni n.1, 5 e 6 non è avvenuto. Aggiungo che il diritto (sacro santo!) di Petizione spetta a quivis de populo, cioè ad ogni cittadino maggiorenne, per essere un mezzo di collaborazione di tutto il popolo all’opera legislativa esplicata dalle Camere Legislative perché permette a chiunque di segnalare le necessità, le aspirazioni, le esigenze popolari di carattere generale ed aggiungo per il bene comune.

Condizione che non è avvenuta e per la quale resta in auge la nostra protesta, che è poi quella del mondo della disabilità, sofferenza, dolore e dell’opinione pubblica!

(Vedi Ricorso a Office of the High Commissioner for Human Rights Palais des Nations CH-1211 Geneve 10 Switzerland: http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Ricorso%20ONU.pdf)

 

“Budget del ricoverato”

E’ una significativa indicazione drammatica ed inquietante poiché tende, se vera la notizia, ad abbandonare al loro destino ammalati anziani, disabili o persone in fin di vita, dimettendoli anzitempo dalle strutture ospedaliere, senza una adeguata protezione alternativa.

Ho presentato un appello urgentissimo per conoscere la verità, ai Presidenti del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati , al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute ed al Servizio Sanitario Nazionale, non appena si “vociferava” che nelle corsie ospedaliere si restringessero i tempi di degenza del paziente normale, ancor più grave , se il ricoverato è un disabile,in tarda età od in condizioni agonizzanti.

Purtroppo l’appello ha trovato un “silenzio rumoroso”, per cui sono stato costretto ad inviare una Petizione al Parlamento Italiano. 

Sul “budget del ricoverato”.

Petizione al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati per chiedere interventi per garantire la prestazione delle cure sanitarie a tutti i pazienti, anche in età avanzata o disabili, indipendentemente da ogni considerazione finanziaria (http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione%20al%20Parlamento%20Italia no.pdf)

Annunciata al Senato della Repubblica il 1 dicembre 2009 (Resoconto Sommario 293° seduta ed).

Annunciata al Senato della Repubblica il 1 dicembre 2009 (Resoconto Sommario 293° seduta ed assegnata alla 12° Commissione Igiene e Sanità col n. 911 (Prot. n.4202/s del 2 dicembre 2009).

Annunciata alla Camera dei Deputati il 16 novembre 2009 ( Resoconto Sommario n.247 ) ed assegnata alla 12° Commissione Affari Sociali col n.787. (Prot.: 2009/0031031/GEN/TN ).

Devo aggiungere che il giorno 10 dicembre 2009 alle ore 16 a Palazzo Marini in Roma nella Sala Conferenze della Camera dei Deputati nella Conferenza Stampa ho esposto in tema, anche del disagio mentale, il “budget del ricoverato”, un drammatico ed inquietante “momento” dal punto di vista sociale e sanitario, poiché tende, se vero, ad abbandonare al loro destino, ammalati cronici, anziani, disabili fisici e psichici, in fase terminale od agonizzanti, dimettendoli dalle strutture ospedaliere senza una adeguata protezione alternativa, una forma camuffata di eutanasia, una omissione di soccorso.

(http://www.youtube.com/user/malui3sal#p/a/u/2/jjhwm5k0j1g).

Ho richiesto, innanzi ad Autorità Politiche, Sociali, Militari ed un numerosissimo pubblico che gremiva la Sala un invito di riflessione ed un richiamo forte di chi nelle Istituzioni e nel mondo religioso ha trovato molto più spazio per le parole e molto meno per tradurre la realtà in fatti concreti.

Ricorso ai sensi dell’art.1 comma 1° del Protocollo Opzionale alla “Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilità” dell’Onu Distr.General 6 dicembre 2006 A/61/611 Ufficio del Commissario per i Diritti Umani Palais des Nations CH-1211 Genevè 10 Svizzera del 15 aprile 2010.

Ai sensi dell’articolo 1° comma 1° del Protocollo Opzionale alla “Convenzione sui Diritti delle Personecon Disabilità” (Distr. Generale 6 dicembre 2006 A/61/611 Sixty-first session) ho inoltrato Ricorso al “Comitato sui diritti delle persone con disabilità” (“Comitato” ) in rappresentanza delle persone con disabilità che presentano menomazioni mentali, che “nella interazione con varie barriere, possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società in condizioni di parità con gli altri” (art. 1° comma 2°).

Con questo Ricorso ho chiesto l’accoglienza per una chiara protezione e difesa della dignità verso gli handicappati psichici, in quanto la “Convenzione” non ha valutato la evidente discriminazione operata nei confronti delle persone con disordini psichici ed inoltre l’Italia nella ratifica parlamentare avvenuta il 20 febbraio 2009 con il disegno di legge n.2121 doveva portare nella propria legislazione quelle “appropriate misure legislative secondo l’art.4 e “proporre un emendamento ai sensi dell’art.47 comma 1° della “Convenzione” per la diversificazione tra disabile fisico e handicappato psichico non considerando specificatamente quest’ultimo, in quanto con la dicitura “menomazione mentale” (art.1°) non viene chiarificato lo status delle condizioni del “soggetto nell’interazione”, cioè nell’azione tra i due “fenomeni” perché l’uso del termine malato mentale come sinonimo di persona con disabilità non è quello promosso dalla “Convenzione” stessa che segna un distacco molto chiaro da un approccio medico-assistenziale per un approccio di diritti umani.

Siamo in attesa delle decisioni che il “Comitato” ONU intende adottare.

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto né gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti .

31 dicembre 2018

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