Birmania. Aperture e paure per i cristiani del paese asiatico | Da Porta Sant’Anna

«La principale sfida consisterà nell’educare il nostro popolo e rafforzarne la fede».

Sentenzia cosi’ l’arcivescovo di Yangon, monsignor Charles Maung Bo, descrivendo la situazione attuale della Birminia. «Dopo quarant’anni di oppressione, dobbiamo apprendere il vero significato di libertà. La nostra nazione è giunta ad un punto di svolta. Il cambiamento sta avvenendo molto velocemente e dobbiamo essere cauti. Ci troviamo su di un terreno assai scivoloso».

Con queste parole il presule descrive la situazione di un paese che sta riconoscendo il fattore religioso nella costruzione del paese. Alla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, Mons. Maung Bo, ha descritto i passi in avanti fatti con le altre religioni.

L’85% dei 55milioni di birmani professa il buddismo. I cristiani sono circa il 7% della popolazione – i cattolici circa l’1,3%, ovvero 750mila – e i musulmani il 3,8%. Tuttavia in alcune regioni si registrano elevate percentuali di fedeli cristiani: negli stati di Chin (72,7%), Kayah (39,7%) e Kachin (36.4%); mentre in quello di Rakhine il 28,4% della popolazione è di religione islamica.

Cliccare sul link per continuare a leggere: Birmania. Aperture e paure per i cristiani del paese asiatico | Da Porta Sant’Anna.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Asia. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.