Bocciata la relazione Zuber, famiglia in salsa comunista

di Nicolò Fede

Che il vento stia cambiando in Europa? Questo lascia sperare una nuova sconfitta della cultura della morte. Stiamo parlando della bocciatura della relazione “sulla parità di genere nell’Unione europea”, a firma dell’eurodeputata comunista portoghese Inês Cristina Zuber. In Italia nessuno ne ha parlato, ma con una maggioranza di 9 voti, l’emiciclo di Strasburgo ha rinviato al mittente questa ennesima risoluzione anti-famiglia della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere.

Tobias Teuscher, segretario dell’intergruppo per la famiglia al Parlamento europeo, ha dichiarato in seguito a questo voto: “L’Unione europea non può considerare la famiglia come un ostacolo alla realizzazione di sé: lo conferma la bocciatura della relazione Zuber, in seguito ad un’importante mobilitazione dei cittadini”. Ancora una volta, come in altre occasioni, è stato infatti l’interessamento diretto di tanti cittadini e di organizzazioni della società civile a far diffondere un’opinione contraria a questo progetto di risoluzione.

In esso si parlava senza mezzi termini di “diritto all’interruzione di gravidanza” (§42), sottolineando contemporaneamente che le politiche familiari devono essere indirizzate “a tutte le famiglie, senza alcuna discriminazione in merito alla loro composizione” (§53), chiarendo anticipatamente che anche le unioni di persone dello stesso sesso “meritano pari tutela” (§Ap). Inoltre, si incoraggiava a trasmettere i valori contro gli “stereotipi di genere (…) fin da un’età  precoce, con programmi e campagne di sensibilizzazione nelle scuole” (§57).

In sostanza, ci ritroviamo di fronte alle stesse rivendicazioni della relazione Estrela, anch’essa bocciata, e della relazione Lunacek, approvata a febbraio. Ma la porta d’ingresso cambiava: se Edite Estrela indorava il tutto con il tema della salute delle donne ed Ulrike Lunacek con il passepartout della “non-discriminazione”, per la comunista Zuber il problema era denunciare come la crisi economica avrebbe avuto un impatto negativo principalmente sulle donne, come affermato nel comunicato stampa del gruppo della Sinistra unitaria europea di cui la Zuber fa parte. La visione marxista la fa da padrona, riducendo l’uomo e la donna al loro status di lavoratori. Come ha affermato l’organizzazione non governativa European Dignity Watch, “la visione che l’uguaglianza delle donne si realizza soltanto quando esse sono pienamente integrate nel mercato del lavoro e contribuenti a pieno titolo è presuntuosa, riduttiva e rappresenta un assalto alla dignità e al valore della donne e alle loro scelte personali”.

Dal canto suo, il gruppo del Partito popolare europeo (PPE), di cui fanno parte i deputati italiani dell’ex Pdl, ha proposto un testo uguale nella sostanza, invece di proporre una risoluzione alternativa nuova, basata sulla visione dell’uomo che esso, sulla carta, dice di difendere. Al contrario, il PPE si è accodato all’impostazione data dal gruppo di estrema sinistra, limitandosi a proporre una mozione alternativa emendata da quei riferimenti più espliciti alle unioni omosessuali e all’aborto. Per il resto, si è assistito ad un completo appiattimento sulle posizioni più estremiste, con una visione della donna limitata a quella di lavoratrice e contribuente. La famiglia? Un diritto, ma non un bene comune. I bambini? Un intralcio, da parcheggiare in fretta in asili forniti da “papà Stato”.

La proposta di risoluzione alternativa del PPE è stato votata per prima e bocciata. Contro di essa c’erano i voti dei conservatori (che generalmente votano secondo coscienza su questi temi) e delle sinistre, che ovviamente speravano in un voto favorevole all’originale e più estremista della Zuber. Tutto il PPE italiano ha votato per questa proposta in salsa comunista annacquata, tranne Elisabetta Gardini (Forza Italia), che si è astenuta, ed altri suoi otto colleghi che non hanno preso parte al voto. Subito dopo c’è stato il voto sulla relazione Zuber originale, sostenuta compattamente dalle sinistre. Ma una maggioranza formata dal gruppo dei conservatori, dal gruppo Europa, democrazia e libertà e da una gran parte del PPE è riuscita a bloccare il testo. Tra gli italiani, Licia Ronzulli (anche lei di Forza Italia) si è distinta per aver votato a favore del progetto di risoluzione più estremista, insieme a tutti i cattolici del PD…

La bocciatura della relazione Zuber, rappresenta, dunque, un’ulteriore sconfitta di coloro che portano avanti questa visione riduttiva della donna, in un sistema di valori capovolto, che in ultima analisi guarda alla famiglia come ad un ostacolo al benessere dei singoli. Si tratta di un segnale positivo per tutti coloro che desiderano riportare l’Europa al buon senso. Allo stesso modo, la battaglia politica su questa proposta di risoluzione si è risolta anche in una bocciatura della linea del PPE, che alla ricerca continua del compromesso ha finito per perdere la sua identità. Un segnale d’allerta in vista delle europee del 24 e 25 maggio prossimi, perché a Bruxelles e Strasburgo siano eletti uomini e donne che mettano la persona al centro.

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