“Bruceremo case e chiese”, la promessa degli islamisti

di Anna Bono 28-02-2013

“Bruceremo case e chiese. Per Pasqua preparatevi al disastro”: a essere minacciati in questi termini non sono i cristiani in Nigeria, Pakistan o Iraq, ma in Tanzania, il paese dell’Africa orientale affacciato sull’oceano Indiano noto in tutto il mondo per i suoi parchi naturali ricchi di fauna selvatica, le nevi del Kilimajaro e le splendide spiagge di Zanzibar, l’arcipelago al largo della costa. Da alcuni giorni un movimento integralista islamico, Uamsho (Risveglio), invia ai sacerdoti tanzaniani SMS con questo contenuto e in cui inoltre viene rivendicata la paternità dell’omicidio di un sacerdote cattolico, ucciso il 17 febbraio, e si minacciano stragi: “ringraziamo i nostri giovani, addestrati in Somalia, che hanno ucciso un infedele. Molti altri moriranno”.

Padre Evarist Mushi – l’infedele giustiziato – è stato ucciso a Zanzibar. Erano le 7 del mattino e stava parcheggiando l’auto all’ingresso della sua parrocchia, San Giuseppe, dove avrebbe celebrato poco dopo la messa domenicale, quando degli uomini appostati nelle vicinanze gli hanno sparato colpendolo alla testa e fuggendo poi a bordo di una motocicletta. Due giorni dopo, sempre a Zanzibar, una chiesa evangelica in costruzione è stata incendiata durante la notte.

Non si tratta di episodi isolati né tanto meno, come invece sostengono le autorità tanzaniane preoccupate che la notizia di attentati terroristici possa nuoce al settore turistico, di crimini occasionali, commessi da delinquenti comuni e che nulla hanno a che vedere con la religione.
A Natale, sempre a Zanzibar, un commando in motocicletta ha sparato a un altro prete cattolico, padre Ambrose Mkenda, mentre rientrava a casa, ferendolo gravemente. Due mesi prima, a ottobre, diverse chiese in tutto il paese sono state bruciate e distrutte da folle di islamici inferociti. A scatenarne la collera era stata la notizia che un ragazzino cristiano avesse profanato il Corano, imbrattandolo di urina, durante una discussione tra bambini riguardante i poteri soprannaturali del testo sacro: un bambino islamico sosteneva che chi gioca con un Corano viene trasformato in serpente o diventa matto.

In poche ore tre chiese erano state bruciate e una distrutta nella sola capitale Dar es Salaam e a Zanzibar gli islamici insorti avevano demolito un edificio di proprietà della chiesa evangelica Assemblee di Dio. In molte moschee del paese era risuonato allora il monito: “continueremo ad attaccare le chiese cristiane finché non ne resterà neanche una in tutto il Tanzania”. Già a maggio tre chiese erano state distrutte a Zanzibar da centinaia di islamici, al grido “Allah è grande”.

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