Buona educazione | Berlicche

“Buongiorno signora Tina!”

“…Eh? Ah, buongiorno…”

“Signora Tina, che succede?”

“Ah, è che mi hanno fatto avere questo documento sull’educazione szzzl…”

“Che?”

(bisbigliando) “Sessuale!”

“Ah, capito…ma perché parla piano? Proprio lei che ha avuto tutti quei figli…”

“Perché sa, sono stata tirata su pensando che il…sesso…sia una cosa tra marito e moglie, una cosa bella e grande che non deve essere messa in piazza. Ma qui dicono il contrario.”

“Qui, chi?

“Tutta questa gente dai nomi importanti. Organizzazione Mondiale della Sanità, Centro Federale per l’Educazione alla Salute…mi domando chi siano, tutti questi che hanno così tanta voglia di occuparsi di noi. Hanno addirittura fissato uno Standard per l’Educazione szsl…sessuale in Europa e lo distribuiscono in giro ai governi…”

“Ah, ma che bello! Chissà quanti consigli utili! Poi per lei, signora Tina, che ha tanti figli di tutte le età…”

“Eh, appunto, sta qui il problema. Perché i miei figli mi sembra di averli tirati su bene, ma a leggere qui sembra tutto sbagliato.”

“Sbagliato? Cosa intende con sbagliato?”

“Ecco, ad esempio: qui dice che da zero a quattro anni dovrebbero apprendere a mstb…”

“Masturbarsi?”

“Sì, quella parola lì. E io che ho sempre insegnato che non ci si deve toccare lì, che è cattiva educazione?”

“Eh, suvvia…”

“E poi, dai quattro ai sei anni dovrei insegnargli la base della riproduzione…insomma, vanno all’asilo…ancora masturbazione, sarà la classe successiva…consolidare la loro identità di genere…e che accidente è l’identità di genere? Che se gioca con le bambole della sorella gli devo mettere la gonna?”

“Ehm…non so…”

“E poi, parlare di sesso…amicizia e amore verso quelli dello stesso sesso? a quattro anni? Ma quelli disegnano coccinelle e le colorano con le mani! Ah, ma come farò?”

“Se dicono che deve…”

“Ma se vuole fare le porcherie con gli altri bambini, mostrare le cosine a tutti devo sgridarlo o no? E come fa a sapere un bambino di che genere è? Una volta era facile, si guardava dentro le mutandine…”

“Uhm…”

“E poi per quelli tra 6 e 9 anni mi dicono che dovrei…ah, corso avanzato in masturbazione, spiegare tutto ma proprio tutto di quello che fanno gli organi sessuali, come fare ad andare su internet a vedere porno, fare sesso…”

“Anche quello?”

“Anche quello. Non le dico il resto. E poi, a quelli tra i 9 e i 12, parlare dei metodi anticoncezionali, delle varie esperienze sessuali possibili…cosa intenderà con “prima esperienza sessuale”?”

“Bene, certo che così si lascia poco all’immaginazione o alla scoperta.”

“Aspetti, non ho finito. E ancora, dopo, insegnare loro la necessità della contraccezione, dell’aborto…diritti sessuali…disposizione a tener conto della differenza di genere su questi argomenti ed essere critici verso atteggiamenti sociali e religiosi differenti…ma siamo pazzi? Io vorrei che i miei figli imparassero ad amare senza pretendere il sesso, rispettando l’altro, cercando la persona giusta, aspettando fino ad averla trovata, senza fretta, con gioia e tremore, per mettere su una famiglia e avere figli a loro volta…”

“Una madre questo che dovrebbe insegnare.”

“Ma qui mi dicono che io sono una  “fonte informale” di educazione, rispetto allo Stato, cioè loro, come “fonte formale”, “scientifica” e veritiera. Insomma, i miei figli li vogliono educare loro perché di me non si fidano. E fanno bene, se quello che vogliono ottenere e sviluppare sono “piacere”, “benessere personale” e “istinti”. Quello che desiderano loro è un “rafforzamento dell’individuo e della comunità” mentre…”

“Mentre?”

“Mentre io voglio il loro bene.”

(attimo di silenzio)

“Ma non è questa la cosa che mi preoccupa di più.”

“E qual è?”

“Cosa vorrà dire che “l’educazione sessuale deve essere fornita in modo interattivo”?”

Fonte: Buona educazione | Berlicche.

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