Burqa con scasso

di Daniel Pipes
Liberal
26 febbraio 2013

Pezzo in lingua originale inglese: Philadelphia’s Burqa Crisis

Philadelphia, la città dove vivo, è diventata pian piano la capitale del mondo occidentale del burqa, complice della criminalità.

Un disegno della BBC mostra la differenza tra niqab e burqa.

Innanzitutto, una nota sugli indumenti femminili islamici che coprono il corpo e/o il volto, che in inglese si tende a chiamare genericamente veli ma che si dividono in tre categorie principali. Qualcuno (l’abaya, l’hijab, il chador, il jilbab o il khimar) cela parti del corpo, soprattutto i capelli, il collo e le spalle ma lascia scoperto il volto e non nasconde l’identità della donna; qualche altro nasconde il volto (lo yashmak) ma mostra la forma del corpo, senza dissimulare l’identità e il sesso di chi lo indossa. All’ultima categoria – l’argomento di cui ci occupiamo qui – appartengono quegli indumenti che coprono integralmente il corpo e che non possono essere definiti veli. Questi indumenti possono coprire interamente chi li indossa (il chadri o il burqa) o avere una fessura per gli occhi (l’haik o il niqab).

Secondo i miei calcoli, negli ultimi sei anni, la zona di Philadelphia è stata testimone di 14 rapine (o tentate rapine) a istituti finanziari in cui i ladri hanno indossato indumenti islamici che coprivano integralmente il corpo. Questi episodi criminosi sono stati commessi nel gennaio 2007, giugno 2007, maggio 2008, novembre 2009, ottobre 2010 (due volte), febbraio 2011, giugno 2011, dicembre 2011, gennaio 2012, marzo 2012 (due casi) e nell’aprile 2012 (altri due casi). L’assalto più violento è stato quello del 3 maggio 2008, quando il sergente di polizia Stephen Liczbinski fu ferito a morte da un fucile AK-47 in uno scontro a fuoco a seguito di una rapina commessa da criminali che indossavano il burqa; la polizia poi uccise uno dei criminali.

Come David J. Rusin, del Middle East Forum, evidenzia nella sua dettagliata indagine sui crimini perpetrati a Philadelphia con la complicità del burqa, gli abiti musulmani hanno due grossi vantaggi rispetto ad altre forme di travestimento. Innanzitutto, molte donne che indossano indumenti che coprono integralmente il loro corpo camminano per strada senza nessun intento criminale, fornendo così involontariamente una copertura per i ladri. Pertanto, più burqa o chadari ci sono in giro, maggiori saranno le probabilità che ciò faciliti le attività criminali. In secondo luogo, l’anonimato e la riservatezza di questi capi d’abbigliamento offrono a chi li indossa, compresi i criminali, uno straordinario grado di protezione. Com’è successo in altri casi (tre acquisti di alcol in un negozio di liquori di Toronto da parte di un quattordicenne che indossava il burqa; le donne musulmane che non sono sottoposte a controlli negli aeroporti canadesi), gli impiegati hanno talmente paura di essere accusati di razzismo o di “islamofobia” che evitano di osservare le procedure in base alle quali si può chiedere a chi indossa il niqab di mostrare il volto e stabilirne l’identità. È encomiabile che alcune banche non consentano più l’ingresso a chi nasconde il viso e il capo. Ad esempio, una filiale della PNC Bank di Philadelphia vanta un cartello affisso sulla porta d’ingresso che dice: «La sicurezza dei nostri dipendenti e dei clienti è la nostra preoccupazione principale. Vi chiediamo, pertanto, di togliere tutti i cappelli, i berretti, gli occhiali da sole o i cappucci, mentre vi trovate all’interno di questo istituto finanziario». Tali politiche dovrebbero ridurre le rapine in banca con burqa.

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