Cameron e il suo “Paese cristiano”. Non l’avesse mai detto. Un’altra vittima del secolarismo | intelligonews

cameronOgni giorno a leggere certe notizie si ha come la sensazione che nemmeno più l’ovvio possa essere affermato con franchezza pur di adeguarsi al “politicamente corretto”.

Prendete ad esempio quello che è successo in Gran Bretagna. Il premier David Cameron ha dichiarato ad un giornale che il suo è un “Paese cristiano”. Apriti cielo, è successo il finimondo.

Cinquantacinque personalità pubbliche provenienti soprattutto dal mondo della cultura e dell’università hanno firmato una lettera di protesta contro Cameron rivendicando la pluralità religiosa del popolo inglese. A questo ha condotto il secolarismo, a negare  quasi con orgoglio le radici culturali e religiose della nazione.

E non va dimenticato che stiamo parlando dell’Inghilterra, ossia della culla dell’Anglicanesimo. Tanto è vero che il sovrano della nazione è anche il capo della chiesa inglese. E allora, dov’è lo scandalo? Assurdo voler negare il carattere cristiano di un Paese dove è nata e si è sviluppata una religione pienamente inserita nell’ambito del cristianesimo.

Anzi per anni, prima con Enrico VIII che è stato il promotore dello scisma che ha rotto la comunione della chiesa inglese con il papa, poi con Elisabetta I e tutti i sovrani che si sono succeduti, si è dibattuto se conservare o modificare le tradizioni ereditate dal cattolicesimo. Enrico VIII inizialmente si mostrò molto restio nel dare man forte ai tentativi riformatori del clero più legato al protestantesimo, preferendo assecondare una maggiore continuità sul piano dottrinale con la tradizione cattolica. Poi Elisabetta, al contrario, anche  per contrastare i cattolici a lei fortemente ostili, spinse l’acceleratore sul piano delle riforme allontanando sempre di più l’anglicanesimo dalla religione cattolica. Nonostante tutto ciò però il carattere cristiano dell’Inghilterra non è stato mai messo in discussione, fino ad oggi con la presa di posizione di questi 55 intellettuali laici imbevuti di secolarismo estremista.

E si sta parlando di un premier, Cameron, che pur essendo conservatore e quindi legato ad un’ideologia politica di stampo marcatamente tradizionalista, ha impresso un impulso fondamentale allo sviluppo dei diritti civili, fino a far votare dal Parlamento nelle settimane scorse la legge istitutiva delle nozze gay. Tutto ciò però non è in contraddizione con la difesa delle radici cristiane del popolo inglese che Cameron orgogliosamente ha rivendicato, in nome di quel principio di laicità che non può e non deve significare il rifiuto della religione e delle sue tradizioni. Non è certo negando il carattere cristiano della nazione che si può pensare di favorire l’integrazione interculturale ed interreligiosa. Un appello quello dei 55 intellettuali che poteva essere benissimo evitato visto che, al di là della demagogia laicista, si tratta di una polemica infondata e senza senso. Come quelle che con la pretesa di andare incontro al politicamente corretto si rendono ridicole, arrivando a negare persino ciò che è ovvio.

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