Camminare, costruire, confessare: il programma di Papa Francesco nella sua prima omelia

Una fuga annunciata quella di Papa Francesco alle 8.00 di giovedì mattina. Un visita a Santa Maria Maggiore, poi alla Casa del clero a prendere le valigie e pagare il conto. Ieri sera dopo la grande emozione e il bagno di folla Francesco torna a Santa Marta sul pulmino con gli altri cardinali e dopo cena ripete le parole che furono di già di Papa Luciani : “ che Dio vi perdoni per quello che avete fatto.” Ci dobbiamo aspettare grandi sorprese positive, dice Padre Federico Lombardi alla stampa riunita per sapere cosa ha fatto il Papa questa mattina. E ripete la parola “semplice” magari un po’ troppo spesso, ma rende la sensazione di tutti.. A Santa Maria Maggiore lo accoglie il cardinale Agostino Vallini e l’Arciprete della Basilica, Card. Santos Abril y Castelló. Preghiera davanti alla Salus Populi Romani, depone un mazzolino di fiori semplice semplice, poi davanti alla reliquia della “sacra culla”, e nella Cappella Sistina della Basilica Liberiana, Francesco si ferma all’altare del Presepe dove Sant’Ignazio di Loyola celebrò la sua prima Messa nel Natale del 1538, ed alla tomba di San Pio V. Non usa la macchina con la targa SCV, e si ferma a salutare dall’auto un gruppo di studenti. Poi di nuovo a Santa Marta per prepararsi alla messa con i cardinali.

Rispetta la tradizione e pone lo zucchetto rosso sul capo del Segretario del Sacro Collegio Lorenzo Baldissimi. Poi la omelia. A braccio dall’ambone, una meditazione sul “movimento”. Camminare, edificare, confessare. La prima cosa che Dio ha detto ad Abramo è questa: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. Dunque – ha proseguito – “la nostra vita è un cammino. Quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiede ad Abramo nella promessa”. Quindi ha proseguito: “Edificare. Edificare la Chiesa, si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore”. Terzo punto: confessare. “Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza”. Il Papa ha citato una frase di Leon Bloy riferita a quando non si confessa Gesù Cristo: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”, perché “quando non si confessa Gesù Cristo – ha spiegato – si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio”.

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