Cari giornalisti…

Sembra essere tornato di moda presso gli intellettuali nostrani parlare della chiesa. E pare che tutti, ma proprio tutti, si sentono in diritto di insegnare al Papa come si fa a fare il Papa. Ho davanti a me tre articoli (tra i tanti che il mercato mediatico ci offre) che affrontano la cosiddetta questione cattolica, dal loro punto di vista. Ho trovato sulla Repubblica le domande di Eugenio Scalfari che chiede al Papa, anzi ai Papa, quelle risposte che “ancora non hanno dato”; ancora sulla Repubblica i suggerimenti del giornalista di turno al vescovo di Ferrara per affrontare in maniera adeguata la questione giovanile. E il Giornale, per la penna di Magdi Cristiano Allam, ricorda a papa Francesco quali siano le priorità da affrontare per evitare di essere, in qualche modo, complice del reato di clandestinità.
Mi permetto qui di fare tre brevi osservazioni, che potrebbero essere considerate l’inizio di una risposta, anche se appare chiaro che i nostri autori non pongano domande, ma, come pontefici vecchia maniera, diano solo avvertimenti e risposte.

1) Caro Scalfari, il tuo sfoggio di erudizione biblica appare più simile alle argomentazioni di quell’alunno che, avendo studiato poco l’argomento, spera, con un mare di citazioni e di divagazioni, di far dimenticare all’esaminatore la domanda di fondo. Noi non siamo come i “selvaggi delle Americhe” che si lasciano incantare dagli specchietti dei conquistadores, svendendo così i tesori di cui siamo ricchi. Forse se impariamo a guardare le risposte che prima papa Benedetto e ora papa Francesco danno alle domande profonde del cuore dell’uomo, troveremo anche la chiave per risolvere il problema che ci assilla.
2) Caro giornalista di Ferrara, non credi che la questione posta dal Vescovo Negri sia un poco più ampia che recintare la Cattedrale per evitare le orge notturne? Non pensi che i giovani abbiano bisogno di essere educati, e che gli adulti si siano purtroppo dimenticati di questa grave responsabilità? Come è strano leggere le parole di un sindaco, che si definisce il primo sindaco cattolico di Ferrara, che da un lato accoglie che alcuni colleghi di partito siano puritani nel campo della pubblicità e che dall’altro non accetta le posizioni di un vescovo, posizioni severe nel richiamare i giovani ad una autentica moralità e gli adulti a un cammino educativo!
3) Caro Magdi, perché non riesci a comprendere la logica degli interventi del Papa Francesco? La sua non è una posizione politica, secondo la nostra misura e le nostre pretese. Egli sta chiedendo a tutti di vivere il Vangelo “sine glossa”, e da questo rinnovato impegno nella fede e nella carità attende la novità per l’uomo e per la società. Le sue parole e i suoi gesti sono “perturbatori” di ogni nostro schema. Ritengo che l’enciclica da lui pubblicata mostri la capacità della fede di realizzare quel bene per ogni uomo che è l’unico compito adeguato della politica.
Chissà se questo rinnovato interesse per quanto il cristianesimo e la Chiesa hanno da dire all’uomo di oggi saprà indicare una strada buona per tutti. Quello che è certo è che la capacità di leggere l’insegnamento della Chiesa non è prerogativa dei giornalisti, ma appartiene al popolo di Dio unito ai suoi pastori.

Fonte: Cari giornalisti….

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