Casadei-Doninelli sui princìpi non negoziabili | Tempi.it

gennaio 19, 2013 Rodolfo Casadei

 

 

Mi sembra che l’articolo di Luca Doninelli apparso su ilsussidiario.net sotto il titolo “L’ideologia dei valori e la paura della diaspora” riunisca tutti gli equivoci possibili sul tema dei cosiddetti “princìpi non negoziabili”, che sarebbero poi quelli relativi alla famiglia e alla bioetica. Il primo equivoco è quello di considerarli una questione che riguarda principalmente i politici intesi come dirigenti di partito o candidati ed eletti nelle varie istituzioni di rappresentanza politica. Non è così: i politici si trovano inevitabilmente a fare i conti con i princìpi non negoziabili non perché il Papa e i vescovi li richiamano nei loro interventi pastorali, e nemmeno perché devono comunque fare i conti con la loro coscienza su argomenti così delicati e importanti, ma per un motivo pratico: ci sono dei cittadini elettori che credono in quei valori e li vivono nella loro vita, e se i candidati vogliono avere il voto di quei cittadini devono posizionarsi di conseguenza. Scrive Doninelli: «Il politico non è, o comunque non è più un delegato che assume alcuni aspetti di quella vita (l’esperienza cristiana – ndr) trasformandoli in valori non negoziabili per poi giocarli nell’agone dei partiti. Il politico è interessante solo in quanto partecipa di quella vita, perché è quella vita il vero soggetto della politica». Ma io, cittadino cristiano o comunque praticante di quei valori (non è indispensabile essere cristiani per considerare nocivo il matrimonio omosessuale, per esempio), non voterei mai un politico che considera “interessante” la mia vita cristiana però è disposto a promuovere leggi che danneggiano il bene comune, e pertanto anche la mia vita.

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