Casi Cerrelli bis e Faà di Bruno. In pericolo la libertà religiosa, non possiamo tacere

Casi Cerrelli bis e Faà di Bruno. In pericolo la libertà religiosa, non possiamo tacere.

Comunicato di Massimo Introvigne sul caso Cerelli.

Roma, 1-11-2013 (l.c.). Il giurista Giancarlo Cerelli, specialista del tema dell’omofobia e critico sulla legge in discussione in Parlamento, vice-presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, è stato prima invitato e poi escluso dalla trasmissione “Domenica In” in programma per il 2 novembre, dove si parlerà appunto di omofobia. Sul tema interviene con una nota il sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa. «È un fatto gravissimo – afferma Introvigne – che chiama in causa la natura e la funzione del servizio pubblico, che viene meno alla sua vocazione pluralista. Cerrelli è escluso per la sua ferma e convincente opposizione a leggi sull’omofobia che introducano reati di opinione e impediscano di esprimere un giudizio sugli atti omosessuali non conforme al pensiero dominante. Ci sono lobby che, su questi temi, vogliono lasciar parlare solo chi dà loro ragione, “silenziando” gli altri con metodi da regime totalitario».

«Il fatto è tanto più grave – continua Introvigne – perché non è isolato. A Torino le pressioni e le minacce delle stesse lobby hanno indotto oggi una scuola cattolica, l’Istituto Faà di Bruno, a sospendere un’iniziativa di formazione privata, non aperta al pubblico, riservata ai genitori della scuola sul tema dell’omosessualità, per evitare di trasformare una riunione interna in una battaglia. Sul tema è intervenuto oggi anche l’Arcivescovo di Torino mons. Nosiglia, con un suo comunicato, elogiando l’Istituto Faà di Bruno e chiedendo che “a nessuno sia consentito esercitare censure preventive” su chi ha diritto di prendere la parola e chi no su temi eticamente sensibili».

 «Naturalmente – precisa Introvigne, che è stato nel 2011 Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo e alla xenofobia, oltre che alla discriminazione religiosa – non è in questione la ferma condanna di chi aggredisce, minaccia o insulta le persone omosessuali, in qualunque contesto. Ma questa doverosa condanna non può portare a tappare la bocca, accusandolo di omofobia, a chiunque sulla base delle sue convinzioni religiose o filosofiche, senza insultare le persone omosessuali e anzi professando nei loro confronti rispetto e accoglienza, esprima però l’opinione che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e in nessun caso possono essere approvati”, espressione contenuta nel “Catechismo della Chiesa Cattolica” cui Papa Francesco ha di recente invitato a riferirsi sempre come allo “strumento fondamentale con cui la Chiesa comunica il contenuto intero della fede”. Davvero dev’essere imbavagliato e discriminato chi vuole solo ripetere in pubblico il Catechismo?».

Comunicato dell’Istituto Faà di Bruno di Torino

L’Istituto Faà di Bruno deplora che un ciclo d’incontri privati riservato ai genitori della scuola, dove il tema dell’omosessualità sarebbe stato affrontato da diversi relatori e con diverse prospettive, sia stato pretestuosamente attaccato come manifestazione pubblica di omofobia. Alcuni si sono affrettati a esprimere giudizi superficiali, senza conoscere le ragioni e la natura dell’iniziativa. Altri hanno manifestato, ancora una volta, il loro disprezzo per la libertà di espressione, confermando come certi movimenti tollerino su questi temi soltanto opinioni conformi alle loro, mentre a ogni altra posizione si vuole impedire di esprimersi.

Come credenti, il nostro punto di riferimento è il «Catechismo della Chiesa Cattolica»,  più volte indicato da Papa Francesco come «strumento fondamentale con cui la Chiesa comunica il contenuto intero della fede» (enc. «Lumen fidei», n. 46). Dal «Catechismo» impariamo da una parte il dovere di accogliere le persone omosessuali «con rispetto, compassione, delicatezza», evitando «ogni marchio di ingiusta discriminazione» (n. 2358), dall’altra che gli «atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati» e «in nessun caso possono essere approvati» (n. 2357). Sui pericoli per la famiglia della diffusione dell’ideologia di genere abbiamo anche meditato con attenzione la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, alla Settimana Sociale di Torino.

Siamo una scuola cattolica. Sappiamo che coniugare l’accoglienza cordiale di tutti con la lealtà alla verità che la Chiesa ci insegna ad amare non è sempre scontato né facile. Ma proprio qui sta la bellezza della nostra vocazione di educatori cattolici, e questo cerchiamo d’insegnare ai nostri ragazzi.

Non intendiamo trasformare una pacifica riunione privata di genitori all’interno di una scuola in una battaglia. Per questo sospendiamo l’iniziativa, mentre rivendichiamo il diritto di continuare a proporre liberamente l’insegnamento del Magistero della Chiesa e del «Catechismo» su questi temi.

Torino, 1° Novembre 2013

Comunicato dell’Arcivescovo di Torino: Dichiarazione sulla “Scuola per genitori” dell’Istituto Faà di Bruno

La Diocesi di Torino esprime apprezzamento per la posizione dell’Istituto paritario «Faà di Bruno» sull’iniziativa della «Scuola per genitori». Soprattutto perché in essa viene ribadito il riferimento fondamentale alla libertà d’espressione di ognuno, in una società pluralista come quella nostra di oggi. Libertà, dunque, che riguarda anche il «diritto di parola» dei cittadini che si ispirano alla fede e alla cultura cristiana! Un pluralismo autentico richiede infatti il rispetto di ogni persona e il dialogo franco e sereno sulle idee, in un contesto dove a nessuno sia consentito di esercitare «censure preventive». 

Proprio per sottolineare la volontà di non alimentare contrapposizioni artificiose e strumentali è da apprezzarsi anche la decisione dell’Istituto di sospendere l’iniziativa nella specifica modalità individuata dalla «Scuola per genitori», mantenendo invece ben fermo l’impegno a continuare la riflessione e l’approfondimento dell’informazione intorno ai temi della persona, della coppia, della famiglia. Queste realtà sono infatti riferimenti centrali della vita cristiana e la scuola cattolica ha il diritto-dovere di educare ai valori fondamentali di questa visione umana e cristiana secondo la legge naturale illuminata dalla Parola di Dio e dall’insegnamento della Chiesa.

Torino, 1 novembre 2013

Fonte: Casi Cerrelli bis e Faà di Bruno. In pericolo la libertà religiosa, non possiamo tacere.

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