Centrafrica, strage nella cattedrale Saint Joseph – Vatican Insider

200 uomini attaccano con armi pesanti: 22 morti, 32 feriti, 12mila sfollati in foresta. Firmin, vicario generale della diocesi: “Il nostro programma pastorale non si interrompe”

Davide Demichelis
Roma

 

“Ho passato la notte nascosto in un bagno. Ero terrorizzato”. Padre Firmin Gbagoua è il Vicario generale della diocesi di Bambari: “Nel pomeriggio di lunedì si sono presentati nel mio ufficio degli uomini armati: hanno voluto le chiavi della mia auto, poi hanno iniziato a prendere di tutto. Hanno rubato computer, pannelli solari, fotocopiatrice. Io sono riuscito a scappare e a nascondermi. Ma solo il mattino dopo ho potuto andare via, scortato dai militari francesi della missione Sangaris”.

 

Ancora una strage in Centrafrica, l’ennesima: 22 morti e 32 feriti. Erano rifugiati nella cattedrale Saint Joseph di Bambari, che ospitava circa 12mila persone, fuggite dalle zone di guerra. Ora quei 12mila sfollati non ci sono più, sono fuggiti un’altra volta. Terrorizzati, hanno cercato rifugio nelle foreste intorno alla città e in prossimità degli accampamenti dei militari della missione internazionale (Misca) e francese (Sangaris).

 

È l’atto di guerra più grave che ha colpito questa importante città, affacciata sul nord-ovest del Paese, regione dominata dalle milizie islamiche Seleka. “Erano molti, circa duecento uomini. Ci hanno attaccati perché sostengono che fra gli sfollati a cui abbiamo dato rifugio si erano infiltrati uomini delle milizie Anti-Balaka, loro nemiche, perché si proclamano cristiane. Ma non è vero! Noi non abbiamo nulla a che fare con gli Anti-Balaka. Avevano anche armi pesanti. Una delle granate che hanno lanciato nella cattedrale non è esplosa, deve ancora essere disinnescata”.

 

Padre Firmin è scioccato, fra i responsabili dell’attacco non vi erano solo uomini delle milizie Seleka ma anche cittadini di Bambari, della comunità islamica: “Quando le nostre case andavano ancora a fuoco, un rappresentante dei musulmani di Bambari è venuto a chiederci scusa. Noi le scuse le abbiamo accettate, ma gli abbiamo chiesto: sono davvero sincere? Dopo un episodio così grave, nutriamo forti sospetti sulla sincerità dei nostri interlocutori islamici”.

 

Una settimana fa i rappresentanti di Seleka e Anti-Balaka avevano annunciato l’apertura di un dialogo per la pace, a livello nazionale, ma questo episodio rischia di fermare tutto. Martedì 8 luglio il ministro della Difesa francese, Jean-Yve Le Drian, doveva visitare la città di Bambari. Il viaggio è stato annullato, per motivi di sicurezza.

 

Dopo l’attacco di lunedì, Bambari è una città fantasma. Tutti i negozi sono chiusi, le strade sono deserte, la gente ha paura di uscire. “Noi però restiamo qui e non cambiamo il nostro programma pastorale”. Firmin non ha dubbi: “Ci vorrà tempo, ma riprenderemo il filo del dialogo con i musulmani e torneremo a convivere pacificamente, come abbiamo sempre fatto! Proseguiremo le campagne di sensibilizzazione nelle scuole, nelle parrocchie, nei quartieri. Ne abbiamo già fatte tante e ne faremo ancora”. Affermazioni forti, che il Vicario generale esprime anche a nome del vescovo di Bambari. Monsignor Edouard Mathos non è raggiungibile: gli aggressori gli hanno rubato anche il telefono.

Fonte: Centrafrica, strage nella cattedrale Saint Joseph – Vatican Insider.

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