Che il Capo dello Stato ponga il veto sulle DAT! – Notizie Pro Vita

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A seguito dell’approvazione della legge sulle DAT, che legalizzando di fatto l’eutanasia, impone a tutte le strutture sanitarie di adeguarvisi, senza possibilità di sollevare obiezione di coscienza, alla giusta e ferma reazione del responsabile del Cottolengo di Torino,  segue un appello al Capo dello Stato che pubblichiamo volentieri.

E’ firmato dal  Centro Studi Rosario Livatino, con l’Ufficio Pastorale Sanitaria della Conferenza Episcopale ItalianaA.R.I.S. Associazione Religiosa Istituti Socio-SanitariA.M.C.I Associazione Medici Cattolici ItalianiForum Associazioni Sanitarie Cattoliche, S.I.B.C.E. Società Italiana Bioetica e Comitati Etici,  e Comitato Difendiamo i Nostri Figli.

Appello al Capo dello Stato perché rinvii alle Camere la legge sulle DAT per incostituzionalità

«Con una lettera inviata oggi al Presidente della Repubblica (qui il testo integraleMauro Ronco, Presidente del Centro studi Livatino, Massimo Gandolfini, Presidente del Comitato Difendiamo i nostri Figli, Mons. Massimo Angelelli, Responsabile Ufficio Pastorale Sanitaria della CEI, Padre Virginio Bebber, Presidente dell’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari, Filippo Boscia, Presidente dell’Associazione Italiana Medici Cattolici, Aldo Bova, Presidente del Nazionale Forum Associazioni Sanitarie Cattoliche, e Francesco Bellino, Presidente della Società Italiana Bioetica e Comitati Etici, chiedono al Capo dello Stato di rinviare al Parlamento con proprio messaggio il disegno di legge Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (DAT).

Nella convinzione che tali norme configgono con più disposizioni della Costituzione italiana, nella lettera si sottolinea in particolare il pregiudizio che l’applicazione delle DAT reca agli Istituti sanitari religiosi.

Si richiama in proposito quanto affermato Il 12 giugno 2017, nel corso dell’audizione al Senato dei rappresentanti del CSL e del CDNF, dalla relatrice del disegno di legge e presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, sen. Emilia De Biasi: a fronte delle preoccupazioni per l’assenza nel testo di una disciplina dell’obiezione di coscienza, ovvero di una esenzione delle strutture sanitarie di ispirazione religiosa, ella ha detto che le controversie sarebbero state risolte davanti alla Corte costituzionale. E comunque nell’ipotesi di conflitti la soluzione sarebbe stata togliere “le convenzioni” agli enti ospedalieri d’ispirazione cattolica. Il tutto è consultabile sul sito Internet del Senato – all’indirizzo http://webtv.senato.it/4621?video_evento=3768, a partire dal minuto 35.

La perdita dell’accreditamento avrebbe come effetto di impedire tout court l’operatività di realtà come la Fondazione Policlinico A.Gemelli, l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, l’Ospedale Fatebenfratelli, l’Ospedale Cristo Re, il Campus Bio-Medico, l’Associazione la Nostra famiglia, la Fondazione Poliambulanza, la Fondazione Maugeri, la Casa di Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo, e le altre 100 strutture analoghe esistenti sul territorio nazionale. Una simile conclusione si pone in contrasto con l’articolo 7 della Carta, e con gli Accordi concordatari che quella norma recepisce».

Il Presidente della Repubblica, ex art. 74 Cost., può rinviare la legge alle Camere (esercitando il diritto di veto). Solo se queste riapprovano lo stesso testo il Presidente è tenuto a promulgarla (cioè a darle efficacia) e ad ordinarne la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Se veramente le strutture sanitarie cattoliche dovessero perdere la convenzione con lo Stato, il sistema sanitario italiano – che già non se la passa troppo bene – collasserebbe del tutto.

Redazione

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