Chiesa e politica. L’eccezione italiana

In Europa occidentale l’Italia è un caso speciale. Con una folta presenza di cattolici nel governo, nelle amministrazioni, nelle istituzioni. Ma c’è chi non li vede né li apprezza

di Sandro Magister

ROMA, 27 settembre 2012 – Benedetto XVI guarda al mondo. L’ultima volta che ha parlato di politica, il 22 settembre, aveva davanti a sé la platea cosmopolita dell’Internazionale Democratico Cristiana, presente in decine di paesi:

> “Signor presidente, onorevoli parlamentari…”

Ma l’Italia, agli occhi della Chiesa di Roma, è una sorvegliata speciale.

È l’unico paese, in Europa occidentale, che resiste alla corsa verso la legalizzazione delle famiglie omosessuali, dell’eutanasia, dell’eugenetica.

È l’unico paese in cui la Chiesa cattolica è ancora una Chiesa di popolo.

Curiosamente, però, quest’ultima realtà non è affatto condivisa né amata da una parte importante degli stessi cattolici italiani.

Sono quei cattolici che il sociologo e politico Arturo Parisi ha definito i “figli primogeniti” della Chiesa e guardano con sussiego escludente a quei tanti, tantissimi cattolici “irregolari” che magari vanno poco a messa e si discostano dai precetti, ma si sentono pur sempre appartenenti alla fede cattolica:

> Dopo Camaldoli. La questione cattolica secondo Arturo Parisi

È una frattura che il professor Pietro De Marco ha descritto e analizzato ancora più a fondo, in più occasioni:

> Poco praticanti e poco virtuosi. Ma sono loro che fanno “Chiesa di popolo”

> Sui cattolici al governo. Cose da non credere

Sul terreno politico, tale frattura si esprime in almeno quattro tipologie.

1. La prima è quella dei cattolici che provengono dal grande partito che per decenni ha governato l’Italia, la Democrazia Cristiana, e da quella organizzazione di Chiesa che ne preparò i leader, l’Azione Cattolica.

Oggi che la DC non c’è più e l’AC è l’ombra di quello che fu in passato, questi cattolici hanno il loro piccolo partito di riferimento nell’Unione di Centro presieduta da Pierferdinando Casini, che è anche presidente dell’Internazionale Democratico Cristiana. Oppure sono accasati nel principale partito della sinistra, il Partito Democratico.

2. La seconda tipologia è quella dei cattolici che si autodefiniscono “adulti”. Provengono anch’essi dal ceppo della DC e dell’Azione Cattolica. Ma rivendicano più dei primi la loro autonomia di giudizio nel campo politico, rispetto ai dettami della gerarchia della Chiesa.

Due loro esponenti di spicco sono l’ex presidente del consiglio ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi e la presidente del PD Rosi Bindi. Nel 2005, nei referendum sulla fecondazione assistita, disobbedirono pubblicamente all’indicazione di non andare a votare, data dalla conferenza episcopale italiana presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Indicazione rivelatasi vincente.

3. La terza tipologia è quella di chi fa attività politica e appartiene ai movimenti e alle organizzazioni che compongono in Italia la galassia cattolica: associazioni di lavoratori, gruppi di volontariato; ma anche Comunione e Liberazione, Opus Dei, Sant’Egidio, focolarini, carismatici, neocatecumenali.

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