Chiesta da un vescovo protestante la revoca della scomunica di Lutero | Corrispondenza romana

(di Mauro Faverzani) Che quello della “protestantizzazione” per la Chiesa Cattolica sia ormai più che un rischio lo dimostrano episodi apparentemente marginali, eppure drammaticamente sintomatici. Come il sogno della signora Margot Käßmann, già “vescovo” protestante di Mannheim, ora figura di spicco del consiglio degli evangelici tedeschi, l’Ekd: è stata lei ad invocare per il 2017 l’annullamento della scomunica inflitta a Martin Lutero da Papa Leone X il 3 gennaio 1521 con la bolla “Decet Romanum Pontificem”.

Quale il motivo della singolare pretesa? A chiederlo ‒ afferma ‒ sarebbero molti “cattolici come Hans Küng”. La signora Käßmann dimentica evidentemente la condanna inflitta proprio a Küng dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con revoca della “missio canonica”. Ma il fatto che a Küng vengano concessi credito ed ampi spazi non solo dai mass-media, bensì anche presso un certo mondo ecclesiale, specie quello fatto da sigle ed associazioni protese verso un malinteso senso dell’ecumenismo spinto, evidentemente gli conferisce quell’autorevolezza, cui la signora Käßmann fa riferimento. Citando per l’appunto – e non a caso ‒ il fatto che «in molte parrocchie» cattolici e protestanti progettino ormai «assieme gli eventi», nonché il fatto che le tante commissioni ecumeniche abbiano già “mostrato”, a suo avviso, come la richiesta non sia poi tanto bizzarra, anzi sia «teologicamente giustificabile». Insomma, una pericolosa omologazione dottrinale prima, culturale e spirituale poi, così preoccupata di cancellar le differenze da porre le due confessioni sostanzialmente sullo stesso piano.

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