Chiesto dal Wcc a conclusione della visita di una delegazione nel Kurdistan iracheno. Un tribunale speciale contro i crimini in Iraq e in Siria |Il Sismografo

L’Osservatore Romano
Il World Council of Churches (Wcc) ha chiesto al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani di autorizzare una missione urgente e una relazione congiunta — che comprenda il relatore speciale sulla libertà di religione o di credo — riguardo alle condizioni delle minoranze che vivono nel nord dell’Iraq e che risultano vittime dell’autoproclamato Stato islamico (Is). La richiesta arriva in seguito alla visita di una delegazione del Wcc nella regione del Kurdistan iracheno compiuta nei giorni scorsi.
«Abbiamo potuto parlare e raccogliere le testimonianze — ha dichiarato Peter Prove, direttore del Wcc per gli affari internazionali — di un gran numero di sfollati da Mosul, dalla piana di Ninive e da altri luoghi ora sotto il controllo dell’Is. Le loro storie raccontano degli sforzi repressivi disumanamente brutali, violenti e coercitivi dello Stato islamico per eliminare ogni tipo di diversità nella regione». Peter Prove ha sottolineato anche la necessità di un «chiaro impegno internazionale per mantenere e proteggere la diversità religiosa in Iraq».
Il Wcc, dunque, attraverso una dichiarazione pubblica esorta l’Onu a promuovere un maggiore sostegno umanitario per la popolazione sfollata e raccomanda un’altra risoluzione vincolante del Consiglio di sicurezza contenente misure efficaci per togliere all’Is ogni tipo di sostegno finanziario e materiale. Sulla base dei risultati della visita della delegazione del Wcc in Iraq, nella dichiarazione viene sottolineata la situazione in particolare della comunità di Qaraqosh: «Temiamo soprattutto per le donne e le ragazze detenute nelle prigioni e altre vendute come schiave dai jihadisti».
Durante la visita in Iraq, i delegati del Wcc hanno incontrato gli sfollati delle comunità cristiane, yazidi e kaka’i (sufi), nonché i leader religiosi locali. Hanno verificato le iniziative delle ong nella distribuzione di prodotti alimentari essenziali agli sfollati e hanno anche incontrato alcune persone che, grazie alle comunità religiose locali hanno trovato riparo nei campi di emergenza. Oltre alla crisi umanitaria in Iraq, il World Council of Churches ha espresso preoccupazione per la sofferenza delle minoranze religiose e per le conseguenze a lungo termine causate da questi eventi. «L’Is — si legge — sta distruggendo, e nelle zone sotto il proprio controllo ha già distrutto, la presenza e l’identità delle minoranze religiose, lacerando il tessuto sociale e il patrimonio di coesistenza interreligiosa nella regione»
La dichiarazione, inoltre, sottolinea che la città di Mosul, casa dei cristiani fin dagli albori del cristianesimo, è stata svuotata della sua popolazione, mentre chiese, monasteri e testi sacri sono stati distrutti. «Neutralizzare la capacità militare aggressiva dell’Is e sradicare la sua ideologia velenosa dovrebbero essere di massima importanza per l’intera comunità internazionale, ma soprattutto per i nostri fratelli, sorelle e amici nell’islam, nel cui nome l’Is commette le sue atrocità».
Infine, il Wcc invita a porre fine alla cultura di impunità in Iraq e in tutta la regione ed esorta a istituire un tribunale speciale per i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità in Iraq e Siria. L’Osservatore Romano, 5 settembre 2014.

Fonte: Il Sismografo.

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