Chiudono gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Rimedio per il detenuto/malato, o garanzia di un processo di cure riabilitative?

Dopo anni di dibattiti, dove se ne parlava troppo poco e dove a volte questa problematica veniva a “galla” senza alcuna risoluzione, il 31 marzo 2015 è avvenuta formalmente la chiusura dei sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari italiani (Opg) ed i ricoveri saranno eseguiti presso le REMS ( Residenze Esecuzione Misura Sicurezza ).

E’ auspicabile, necessario, che siano sicure le norme adottate e le strutture riceventi sappiano dare sicurezza e cure al “malato”.

Fin dal lontano 1994 ( vedere SIR n.36 pag. 6 del 13 maggio 1994) le n/s perplessità sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) sono state sempre notevoli, in quanto le leggi 180 e 833 del 1978 hanno chiuso i manicomi dove tutte le strutture ospedaliere psichiatriche dovevano chiudere, quindi dopo 37 anni queste orribili, deleterie, incivili strutture finalmente sono giunte al “capolinea” .

Sono alcune centinaia i pazienti (?) presenti ancora in tali strutture che gradualmente potranno essere dimessi e ricevere un progetto terapeutico riabilitativo individuale.

Un tempo queste strutture erano, in modo anche più esplicito, chiamate Manicomi Criminali e poi, a un certo punto, si sono lavate le coscienze e li hanno chiamati Ospedali Psichiatrici Giudiziari pur tuttavia lasciando, sempre le persone, comunque nella stessa condizione.

Per tanti anni queste persone sono state dimenticate in strutture dove erano costrette a passare una vita, anche per aver compiuto solamente un reato di furto in un supermercato, “pigliandosi” dai Giudici dieci, venti anni di detenzione, in condizioni igienico-sanitarie terribili, internati, legati ai letti e sedati, così come li ho visti personalmente e nella stessa condizione nell’Ospedale Psichiatrico di Genova/Quarto, Cogoleto, Santa Maria della Pietà .

Oggi, finalmente, le Istituzioni hanno operato una diversa “destinazione”, non certamente reputandosi di essere orgogliosi di un Paese che ha deciso di fare un cambiamento importante, ma comunque non si può trattare una persona con problemi psichiatrici come se fosse un detenuto comune !

La Legge 81 del 2014 ha previsto che agli Opg subentrassero le “Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza” (Rems), le quali dovrebbero essere, nell’intenzione di chi le ha previste, costruzioni con non più di venti persone( da noi richiesta con n/s petizione n.520 al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati n. 714 del 16 dicembre 1998 del 16 dicembre 1998) ed essendo più piccole le strutture potranno offrire un trattamento più facile da investire in risorse tali da poter garantire una vita comunitaria degna di questo nome, un maggiore impegno socio educativo: insegnare un lavoro, un’attività, insegnare a certe persone a sopravvivere, cosa che negli Opg si erano dimenticati.

La stessa legge prevede un percorso terapeutico individuale da offrire al paziente, in modo che non si possa ritenere socialmente pericoloso solo per le condizioni economico sociali e per questo si tratta di un passaggio fondamentale, pur “licenziando” una legge che la povertà non è una condizione di pericolo, non significando che essere poveri non significa essere pericolosi, “cosa “ritenuta per quarant’anni la povertà come fosse un pericolo.

Non dobbiamo trattare i poveri, senza alcuna difesa, come se fossero dei criminali !

Nell’OPG di Aversa, ad esempio, c’erano 96 persone: di quelle 96 persone se ne possono contare una decina che possono essere definite socialmente pericolose perché hanno compiuto seri reati contro la persona, tutti gli altri erano reati di minima gravità e se fossero stati presi in cura dalle Asl, dai Servizi di Salute Mentale, dal territorio, dalla comunità, non sarebbero mai finiti in un Opg.

Lo abbiamo reso pubblico con una n/s riflessione ripresa dal SIR ( Quotidiano 25 marzo 2013), dove la famiglia dei detenuti in OPG in quel tempo era turbata, indignata, preoccupata per questa decisione, mentre rimanevano inutilizzati i 272 milioni di euro stanziati per la costruzione di nuove strutture ricettive di tali “malati” .

Con l’ultima Petizione che risale al 18 marzo 2013 assegnata col n.307 e 308 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e col n. 31 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati riconfermiamo il tutto Petizione 2013 budget del ricoverato

Quello che è più strano, a parte il largo tempo trascorso dalla chiusura di tutti i “manicomi” nonostante che tale chiusura fosse già prevista dalla legge 180, è il percorso per arrivare alla presa in carico sul territorio dei pazienti psichiatrici provenienti dagli ospedali psichiatrici privati dato che sia una difficoltà da parte delle Regioni a reperire il personale e a rendere disponibili le più moderne strutture residenziali .

Il “richiamo” a quelle “strutture , da molto tempo da me evidenziate e lo è stato ancora di più quando sono venuto a conoscenza che con una severa Relazione dal dr.Alvaro Gil-Robles ” Commissario Europeo per i diritti umani” (10/17 giugno 2005 Strasburgo 14 dicembre 2005 Comm.DH-2005) lo stesso dichiarava di “accertare che il mantenimento dei malati detenuti nelle strutture degli OPG non sia legato alla mancanza di posti disponibili all’eterno”.

Non sono mai stati risolti, ripeto, con modalità urgenti la riconversione dell’OPG, dall’Amministrazione Penitenziaria a quella Sanitaria, cioè sotto la direzione del Dipartimento di Salute Mentale, da nessuno Governo.

Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari in numero di 6 con un numero molto elevato di detenuti-pazienti sono ubicati ad : Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione dello Stiviere, Montelupo Fiorentino, Napoli, Reggio Emilia e dovevano essere chiusi definitivamente entro il 31 marzo 2013 .

Alcuni detenuti sono riusciti a passare dall’internamento in OPG all’inserimento in luoghi di cura, grazie alla Sentenza della Corte Costituzionale n.253 del 2003 in cui viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 222 del Codice Penale, nella parte in cui non consente al Giudice di adottare in luogo di ricovero in OPG una diversa misura di sicurezza prevista dalla legge, idonea ad assicurare adeguate cure dell’infermo di mente e a far fronte ai rischi derivanti dalla sua pericolosità . Quindi necessità di adottare strutture che sappiano dare sicurezza e curare il “malato”.

Abbiano richiesto, ottenendo nessun risultato, all’ora Senatore Ignazio Marino, “Presidente della Commissione Parlamentare per il Servizio Sanitario Nazionale” ed all’Onorevole Leo Luca Orlando “Presidente della Commissione Parlamentare per gli errori della Sanità, quando potevano rispondere sul “budget del ricoverato”, malgrado urgentissime sollecitazioni da me proposto con la Petizione n.911 al Senato e n. 787 alla Camera dei Deputati Petizione 2013 budget del ricoverato

Desidero ricordare ai Signori Presidenti di quelle Commissioni che, pare, si vada uniformando il “budget del ricoverato”, vale a dire che superato l’intervento finanziario predisposto dal Servizio Sanitario Nazionale il paziente, in qualunque condizione di salute si trova, viene dimesso dalla struttura ospedaliera, ancor più grave se agonizzante, in fase terminale od in età avanzata, come, ripeto pare, avvenga nelle corsie ospedaliere italiane. Ci volete rispondere ?

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

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