Cina, partito comunista demolisce due croci davanti ai cristiani impotenti: «Ci hanno detto di andarcene» | Laogai

Il partito comunista ha rimosso quasi 1000 croci e demolito decine e decine di chiese nell’ultimo anno all’interno della campagna delle “Tre rettifiche e una demolizione”

Altre due chiese sono state attaccate dal governo in Cina, e altrettante croci abbattute, nelle province costiere di Zhejiang e Shandong. Qui il partito comunista ha rimosso circa 1000 croci e demolito decine e decine di chiese nell’ultimo anno all’interno della campagna delle “Tre rettifiche e una demolizione“.

CHIESA PIÙ ANTICA. Il 12 novembre a Ningbo, contea di Xiangshan, 100 poliziotti hanno circondato insieme a una squadra di demolizione la chiesa di Xinde alle 3 di mattina. I fedeli, che circondavano la chiesa per impedire la demolizione della croce (foto a destra), hanno protestato invano: «Questa è la chiesa più antica della Contea, è stata costruita nel 1875», dichiara un cristiano a ChinaAid. «Abbiamo tutte le carte in regola ma al governo non importa nulla. Questa è una chiesa storica ma il governo fa così: se ne frega e se vuole abbattere la tua croce, arriva semplicemente e lo fa. Qualunque cosa dicano, noi dobbiamo obbedire».

«LO FAREMO COMUNQUE». Il 14 novembre nel distretto di Huangyan, a Taizhou, il governo ha demolito la croce della chiesa di Shangnian (foto a sinistra). «La polizia è arrivata alle 8.30», racconta un testimone oculare. «Venti ufficiali del partito sono arrivati alla chiesa verso le 10.30. Alle 11 la croce è stata demolita. Noi fedeli abbiamo provato a ragionare con loro ma ci hanno detto di andarcene e di non protestare. Se anche non demoliamo la croce oggi, ci hanno detto, lo faremmo comunque un altro giorno».

«CRESCITA ECCESSIVA». Il governo provinciale sostiene che la crescita del cristianesimo è stata «eccessiva» e che la religione si è diffusa «in modo troppo disordinato». Ogni volta la scusa usata dai burocrati è la mancanza di qualche documento necessario da parte delle congregazioni, ma secondo i cristiani appartenenti a chiese ufficiali «il governo trova sempre un documento o un’autorizzazione mancante. Ma sono tutte scuse per demolire le nostre chiese».

CRISTIANESIMO VIETATO. Recentemente il Global Times, quotidiano molto vicino al partito comunista, ha pubblicato un articolo firmato da Zhu Weiqun, capo della commissione Affari etnici e religiosi del “Parlamento” cinese, per ricordare ai «membri del partito comunista» che è vietato aderire al cristianesimo: «Altrimenti non potremmo più chiamarci “partito comunista” e tutte le ideologie, le teorie e le organizzazioni crollerebbero».

Tempi.it,27/11/2014

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