Come parlare di Dio oggi?

Venerdì 30 novembre 2012

Come parlare di Dio nel nostro tempo? Come comunicare il Vangelo, per aprire strade alla verità salvifica nei cuori spesso chiusi dei nostri contemporanei e nelle loro menti talvolta distratte dai tanti bagliori della società? «La domanda centrale che oggi ci poniamo è la seguente: Come parlare di Dio nel nostro tempo? Come comunicare il Vangelo, per aprire strade alla sua verità salvifica nei cuori spesso chiusi dei nostri contemporanei e nelle loro menti talvolta distratte dai tanti bagliori della società? Gesù stesso, ci dicono gli Evangelisti, nell’annunciare il regno di Dio si è interrogato su questo: “A che cosa debbo paragonare il regno di Dio e con quale parabola descriverlo?” (Mc 4,30). Come parlare di Dio oggi?
La prima risposta è che noi possiamo parlare di Dio, perché Egli ha parlato con noi. La prima condizione del parlare di Dio è quindi l’ascolto di quanto ha detto Dio stesso. Dio ha parlato con noi! Dio non è quindi una ipotesi lontana sull’origine del mondo; non è una intelligenza matematica molto lontana da noi. Dio si interessa a noi, ci ama, è entrato personalmente nella realtà della nostra vita, è così grande che ha anche tempo per noi, si occupa di noi. In Gesù di Nazareth noi incontriamo il volto di Dio, che è sceso dal suo Cielo per immergersi nel mondo degli uomini, nel nostro mondo, ed insegnare l’“arte del vivere”, la strada della felicità; per liberarci dal peccato e renderci figli di Dio (Ef 1,5; Rm 8,14). Gesù è venuto per salvarci e mostrarci la vita buona del Vangelo.
Parlare di Dio vuol dire anzitutto avere ben chiaro ciò che dobbiamo portare agli uomini e alle donne del nostro: non un Dio astratto, una ipotesi, ma un Dio concreto, un Dio che esiste, che è entrato nella storia ed è presente e operante nella storia; il Dio di Gesù Cristo come risposta fondamentale del perché e come vivere. Per questo, parlare di Dio richiede familiarità con Gesù e il suo Vangelo, suppone una nostra personale e reale conoscenza di Dio e una forte passione per il suo progetto di salvezza, senza cedere alla tentazione del successo, ma seguendo il metodo di Dio stesso. Il metodo di Dio è quello dell’umiltà – Dio si fa uno di noi – è il metodo realizzato nell’Incarnazione nella semplice casa di Nazareth e nella grotta di Betlemme, quello della parabola del granellino di senape.

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