Come rispondere alla Cassazione? – Massimo Viglione – Il Giudizio Cattolico

L’11 gennaio 2013 la Corte di Cassazione italiana ha sentenziato che l’affidamento di un bambino a una coppia omosessuale è lecito, in quanto non si può dimostrare che il suo «equilibrato sviluppo» ne venga compromesso.

Istintivamente, viene naturalmente da chiedersi: “Dove vivono i nostri giudici di Cassazione?”; “Da dove vengono?”; “Dove sono cresciuti, dove hanno studiato, cosa hanno pensato e maturato nella loro vita?”. “Che cosa è capitato loro di male?”. Soprattutto, però, ci si domanda: “Come può un cittadino, un italiano, e anche un non italiano, avere fiducia in questa istituzione di così fondamentale importanza e con così grande potere decisionale?”; “Quale armonico vivere comune si può prospettare con questi magistrati a decidere follie per noi e a contribuire a rovinare non solo la gioventù ma la nostra intera società?”.

Omosessualisti e Partito Democratico esultano, parlano di sentenza “storica”. Quel partito democratico che tra poco andrà al governo dell’Italia, molto probabilmente con l’appoggio dei centristi di Monti e Casini (qualcuno nutre dubbi sul fatto che Casini, mentre parla di valori cristiani e mette la Binetti capolista, sarà il primo a governare con il PD?).

Ma, al di là dell’orribile futuro che ci si prospetta, occorre fare qualche ulteriore riflessione, per quanto concisa e veloce. Iniziamo a porci qualche domanda.

Come siamo giunti a questo? Come siamo potuti precipitare nello Stige? Perché ci stiamo preparando il fuoco di Sodoma? È tutta colpa dei laicisti (nelle svariate categorie e sfaccettature con cui combattono la Chiesa, la civiltà cristiana e l’ordine naturale del creato)? Oppure vi sono anche responsabilità di coloro, cattolici in primis, che dovrebbero al contrario combattere con altrettanto e ancor più zelo le folli derive della dissoluzione morale e civile in nome della legge di Dio e in difesa dell’ordine naturale del creato?

Il discorso è lunghissimo e molto complesso, e, in fondo, lo conosciamo… Mi limito a una sola considerazione.

Il mondo cattolico, negli ultimi 50 anni, ha deciso di “aprirsi al mondo” (quello non cattolico) e, il primo passo in tale direzione (primo in tutti i sensi, anzitutto dal punto di vista ideologico) è stato la piena accettazione della società dei diritti dell’Uomo, nata dalla Rivoluzione Francese, figlia della modernità, madre della postmodernità a-morale e dissolutoria.

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