Contro l’imborghesimento della chiesa

La misericordia riferimento del cristiano alla sequela di Cristo nel libro di Kasper

Fabrizio Mastrofini

Roma

Un bel libro, questo del cardinale Kasper, e trovo assai efficaci le pagine in cui mette in evidenza «l’imborghesimento della Chiesa» soprattutto nei paesi occidentali. Diventare schiavi del benessere è una contro-testimonianza che va contrastata. Ed occorre impegnarsi a fondo contro la tendenza alla «esagerata istituzionalizzazione» ed alla «burocratizzazione» delle strutture che portano ad un cedimento alla «secolarizzazione» e «non permettono di distinguere con facilità la chiesa da organizzazioni mondane e sfociano in modi comportamentali istituzionali che offuscano il suo profilo spirituale».

Le considerazioni del cardinale Walter Kasper, fine teologo, Prefetto emerito del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, sono svolte nel suo libro Misericordia, pubblicato lo scorso anno in Germania e ora dall’Editrice Queriniana. Il tema è importante ancorché poco considerato in maniera così specifica. Il grande merito del cardinale Kasper è di riaggregare sotto la categoria della «misericordia» il nucleo essenziale dell’insegnamento cristiano. E di invitare a riscoprire sia la ricchezza teologica del concetto, sia la sua grande efficacia sul piano spirituale e su quello sociale. Il porporato si muove su diversi registri.

Ad esempio quando sottolinea che l’economia di mercato ha avuto degli importanti meriti storico-sociali, favorendo lo sviluppo. E tuttavia è da temperare, da parte degli stati e da parte dei singoli, attraverso provvedimenti ed atteggiamenti che si preoccupino comunque dei settori meno privilegiati, perché non vengano abbandonati a loro stessi. Ad esempio in questi anni di crisi economica e di sfruttamento delle risorse del pianeta, emerge la necessità di dare vita ad una vera giustizia generazionale, un aspetto nuovo che conferma la necessità di aggiornarsi continuamente.

Molto efficaci sono le pagine di critica al sistema burocratico centralistico che disumanizza i rapporti personali e collettivi. Efficaci le pagine in cui si rileva l’importanza di rivedere l’insegnamento della Chiesa sulla pace e sulla guerra: non più guerra giusta bensì «pace giusta». Suggestivi infine quei passaggi sulla imperfezione, che è costitutiva di ognuno di noi e di ogni tipo di società, per concludere che ciascuno deve impegnarsi giorno dopo giorno ad «arginare il male», a darsi da fare in nome del bene, a comprere se stessi ed il prossimo, con atteggiamento di apertura, comprensione, compassione. Misericordia, dunque.

Il libro ha goduto della insperata pubblicità fatta da Papa Francesco qualche giorno fa, quando appena eletto al Soglio pontificio ha rivelato che la lettura del volume del cardinale Kasper ha accompagnato i suoi giorni al Conclave.

Tuttavia qualcosa di più ci si poteva aspettare dal cardinale Kasper. Soprattutto degli esempi. Dovrebbe dire chiaramente ad esempio (appunto!) che Diritto canonico e misericordia sono contraddizioni. Quando parla dell’imborghesimento e di una mentalità burocratica che si insinua anche in ambito ecclesiale, avrebbe potuto portare esempi. Che certamente non mancano ed aiutano a rendere concreto, cioè vero, il discorso. Perché sulla necessità di una maggiore misericordia, a tutti i livelli, siamo d’accordo. Ma poi come si fa quando cominciano i problemi?

Kasper W., Misericordia, Queriniana, Brescia 2013; pp. 331 euro 26.

Fonte: Contro l’imborghesimento della chiesa – Vatican Insider.

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