COPPIE GAY/ La sfida dei “Veilleurs” contro l’ideologia di Hollande

martedì 14 maggio 2013- Redazione

I Veilleurs sono uno di quei numerosi movimenti nati dall’energica opposizione alla legge sul matrimonio gay che sta per entrare in vigore in Francia. Questi giovani, ventenni per lo più, sono apparsi all’improvviso, prima sulla piazza degli Invalides, vicino al Parlamento, poi in altri luoghi simbolici di Parigi, della Francia e ora anche d’Europa (in Italia, le Veglie sono nate a Milano e Roma), per gridare silenziosamente la loro opposizione e il loro dolore di fronte a quello che ritengono un’ingiustizia che mette in pericolo la famiglia.

Il potere se li aspettava sulle barricate, come fanno altri, a esprimere con violenza la loro insoddisfazione, o a moltiplicare le minacce o gli attacchi ai garanti della legge. Oppure, secondo i suoi cliché, inginocchiati a pregare davanti al Parlamento. Ancora adesso non riesce a decifrare la logica di questo movimento che, partendo da quello che accomuna ogni uomo, la sete di bellezza, di verità e di giustizia, raduna oggi migliaia di persone. Si danno appuntamento attraverso sms e social network, e si ritrovano all’improvviso la sera, in posti particolarmente significativi e affascinanti (il loro slogan è la frase di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”).

Seduti per terra, davanti alle candele, ascoltano specialisti (giuristi, filosofi, deputati, psicologi, omosessuali …) approfondire l’argomento del matrimonio e dell’adozione gay, leggono testi (grandi autori francesi quali Hugo, Rostand e il suo Cyrano, Anouilh e la sua Antigone, Saint Exupéry, Camus, Péguy, Racine, e i grandi poeti della Résistance: Eluard, Desnos, Aragon…, o esteri: Mac Arthur, Hannah Arendt, Solgenitsin, Havel…), ascoltano musica (un coro intona la Passione secondo Giovanni di Bach, musicisti compongono brani appositi, lirici cantano a cappella …) o cantano insieme, sottovoce, canti della Résistance francese o inni alla speranza.

Si tratta di aprire la mente e il cuore, appoggiandosi alla ragione. Si tratta anche di un atto di disobbedienza civile pacifico, in cui ognuno mette in conto di poter finire la notte in prigione, come è già successo ad alcuni di loro. “Di fronte a una legge ingiusta – dicono – è il nostro dovere disobbedire”. Anche se gli iniziatori del movimento sono cattolici per la maggior parte, le Veglie si rivolgono ad ogni “uomo di buona volontà” e radunano persone di tutti tipi. Anche i contraddittori sono benvenuti, purché aperti al dialogo di fondo.

I “leader” del gruppo, Axel, Alix, Madeleine e alcuni altri, declinano ogni richiesta di intervista dei giornalisti (“Venite e vedete”, rispondono ogni volta) e si rifiutano di elaborare piani per il futuro: non considerandosi proprietari di questo risveglio di un popolo, sanno che potrebbe espandersi, prendere altre forme, o finire come è nato. A loro importa il presente e la possibilità di dire “io”. Di fronte a un potere cieco e sordo, che ha scelto di ignorare e non ascoltare chi chiedeva un dibattito sull’argomento della legge, rispondono con l’unica cosa che non si può eliminare del tutto: la loro presenza, il loro corpo, il loro essere.

“Noi non siamo degli indignati” ha scritto il filosofo Fabrice Hadjadj in un messaggio letto nell’ultima Veglia “ma degli stupiti, meravigliati. Le nostre manifestazioni non sono fatte da corporazioni, ma dai nostri corpi di uomini e donne: rendiamo una testimonianza corporale a un dato naturale, e questo è insopportabile a quelli che leggono tutto in termini di rapporto di forza”.

In questo i Veilleurs, qualsiasi sarà il loro esito, rappresentano una speranza per tutta la nazione e il continente, che vede alzarsi una gioventù curiosa, ragionevole e determinata, decisa ad imparare, a ragionare e agire in coscienza, senza lasciarsi dettare dal potere, di destra o di sinistra che sia, quello che devono pensare.

(Chrysalide)

Fonte: COPPIE GAY/ La sfida dei “Veilleurs” contro l’ideologia di Hollande.

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