Cosa è cambiato dalla emissione della legge 180 o Legge Basaglia, quella legge che ha chiuso i “manicomi” ?

In occasione del prossimo 13 maggio 2013, in cui ricorre il 35° anno della emissione della legge 180, lo abbiamo chiesto a Franco Previte Presidente dell’Associazione “ Cristiani per servire “, all’indomani della elezione del nuovo Papa Francesco.

D. Signor Presidente quali sono gli obiettivi e che cosa vuole la vostra Associazione e che “impressione” Le ha fatto il nuovo Papa.

R. Sinceramente quella non di un Pontefice della Chiesa Cattolica Universale, ma un papà. E non posso che felicitarmi in quanto porta il mio nome : Francesco. Desidero dire con molta umiltà e per brevità, che il nuovo Papa Francesco 1°, Jorge Mario Bergoglio, ha dato al mondo nel Suo insediamento una “lezione” semplice, ma decisa e coraggiosa, apportando una commozione davvero notevole mentre svolgeva il suo dire inteso alla ricerca delle necessità della gente e non l’affermarsi personale, alla ricerca della non visibilità o la difesa di presunti diritti, ma la fedeltà del Vangelo, alla gioia del credere e alla totale sottomissione a Dio verso il mondo della sofferenza. Ha voluto il nome di Francesco, che è l’icona della povertà, restando per la gente un punto di riferimento ineludibile e sensibile alle questioni sociali. Al nuovo Pontefice il n/s sincero grazie ! Ai voti augurabili miei e della mia Associazione diciamo con molta franchezza : non abbiamo avuto in dono dal Signore  un Papa Ecclesiale, ma un papà !

Ora per rispondere alla Sua domanda, la n/s Associazione è un movimento d’ispirazione cristiana, di solidarietà e carità formato da persone di buona volontà che mettono il loro cristianesimo al servizio di chi ha più bisogno. Non ha e non chiede contributi finanziari a nessuno e di nessun genere : è apolitico. Ha dei collaboratori veramente eroici e dediti verso le problematiche derivanti dallo status sociale dei più umili e più bisognosi, degli “ultimi fra gli ultimi” i malati mentali, tenendo presente gli insegnamenti sociali della Chiesa, rinnovati, appunto, dal nuovo 266° Papa Francesco I° che ha dato un esempio di umiltà e coraggio onde portare la Croce Cristiana là dove necessita.

La n/s Associazione intende portare e rinnovare il proprio contributo alle attese della gente cercando di scuotere le coscienze. Il n/s movimento vuol essere come l’evangelico seme di senape che si vuole innestare nel male per far germogliare il genere buono ed essere una voce di speranza e di utilità per tutto il mondo della sofferenza specialmente quanti soffrono, ripeto, le malattie psichiche.

D. Presidente,in Italia vi è una correlazione effettiva ed autentica tra disagio mentale e crisi economica. ?

R. Ottima domanda, ma con scarsi risultati. In Italia sono pochi i rilievi statistici sulla malattia mentale e le conseguenze le “vediamo” quasi ogni giorno nei comunicati dei mass media rilevati per descrivere il folle episodio senza ricercarne le origini, ma questo disagio sociale è aumentato, come in Europa, forse perché dominati dalla crisi economica più intensa è frequente il numero dei suicidi degli imprenditori falliti. La depressione assieme ad altre patologie tipo l’ansia, il panico, lo stress, consumo d’alcool, droghe e giovo d’azzardo, sono conseguenze di un spending review , cioè di un risparmio sociale irragionevole. Negli ambulatori medici, a sentire il mondo scientifico, si riscontrano più utenti portatori di disordini di vario tipo, soprattutto psichici, con rilascio di poche medicine antidepressive ed antipsicotiche, ma visite psicologiche in quei scarsi Centri di Salute Mentale e di attività riabilitative in collaborazione e con l’aiuto della cooperazione là dove esiste. Insomma la crisi economica ha colpito in maniera molto grave questo urgente disagio sociale .

D. Ecco proprio sulle malattie che interessa la mente dei circa 10 milioni di persone solo in Italia, sono passati 35 anni da quel 13 maggio 1978 quando è stata emessa la legge Basaglia che ha “ordinato” la chiusura dei “manicomi”. Quale bilancio si può trarre da questa ricorrenza.

R. Vorrei fare una piccola premessa per ricordare che il 7 ottobre 1998 insieme alle Opere don Orione e don Guanella abbiamo presentata una Petizione al Parlamento Italiano ed Europeo ( con orgoglio primi in Europa) per sensibilizzare il mondo politico ad attuare una riforma della assistenza psichiatrica e debbo aggiungere con perplessità riguardante la chiusura di questi Ospedali Psichiatrici e la dismissione dei pazienti in quanto le leggi 180 e 833 del 1978, prive del Regolamento ‘Applicazione, non hanno consentito la concretizzazione dei Progetti-Obiettivi per la prevenzione, cura e riabilitazione della disabilità mentale.

La legge Basaglia, approvata dal Parlamento Italiano il 13 maggio 1978, ha cambiato il modo di curare i malati prevedendo una serie di strutture tra cui il centro di ricovero per le malattie acute, l’ambulatorio per le terapie farmacologiche e le case famiglia. Tali strutture devono essere organizzate in sinergia dai Dipartimenti di Salute Mentale, che a loro volta dipendono dalle ASL. Le critiche alla legge Basaglia riguardano proprio il funzionamento, a volte non adeguato, di tali strutture territoriali che lasciano senza assistenza larghe fasce di “malati . E’ un bilancio negativo, molto negativo, perché la situazione dei malati psichici in Italia, tra solitudine sofferenza e strutture inadeguate, è rimasta quasi inalterata in questo anno 2013. E’ un desolante panorama quello che si presenta tre decenni dopo l’entrata in vigore della “legge”. Il silenzio parla ! Ma per le famiglie non è un “grido” di aiuto, ma un “urlo” di disperazione e, ripeto, di solitudine. Aggiungo che l’Italia dedica il 3,4% del budget per la salute mentale, mentre in Tanzania il 7%, in Australia , il 10%, in Inghilterra il 12%, mentre nell’area dei 27 Paesi Europei è intorno al 5%. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 450 milioni le persone sofferenti di disagi psichici, con inizio, nella maggior parte dei casi, prima dei 14 anni. A livello Censis il 20 % della popolazione italiana accusa disturbi psichici, il 4% di disturbi mentali, il 16% di varie forme di disagio mentale, il 30 % assume psicofarmaci ed il 15 % delle famiglie sono colpite  nei loro familiari da disturbi neuropsichiatrici, mentre per l’ISTAT il 15 % uomini e il 25% donne sono colpiti da disturbi psichici.

D. La legge 180 cosa ha fatto per le famiglie ?

R. Bisognerebbe dire che cosa non ha fatto questa vituperata legge. Non ha messo in atto programmi in sintonia con i bisogni delle famiglie allo scopo di non disperdere risorse e relazioni che sono fondamentali nei processi di cura e reinserimento sociale ( là dove è possibile).

Riconosciamo che i problemi da risolvere sono tantissimi, ma vi è stata sempre una certa leggerezza ( per non dire disinteresse) nella valutazione di questo grave ed urgente disagio sociale che investe anche la sicurezza di tutti i cittadini. In una parola non vi è stata volontà politica, quindi una programmazione seria e concreta di risoluzione di questo problema.

Debbo rilevare che il Piano Sanitario 2003/2005 del Governo Berlusconi ( a differenza del Piano Sanitario 2006/2008 del Governo Prodi che non ha considerato prioritaria la malattia mentale), ha considerato impellenti, tra altre, necessità:

1.)     Programmi adeguati per il sostegno alle famiglie dei “malati”, “ai fini di non disperdere risorse e relazioni che sono fondamentali nei processi di cura”. Questo in sintesi l’obiettivo.

2.)    L’attivazione di interventi nelle carceri, (dati del 2002) con persone      31.548

3.)    La presenza di sofferenti patologie psichiatriche nei 6 OPG  di                1.200
                                                                                                                Totale    32.748

Debbo evidenziare che con il prossimo 31 marzo scade il termine per la soppressione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Lo faranno ? Mah ! Questi sono i dati dell’ultima Relazione del Ministro della Salute ( 2005) , e da notizie dei mass media, si può dedurre, che ancora sono ricoverate persone in strutture definibili manicomiali : ecco questo è un quadro disarmante della situazione psichiatrica in Italia. Non è certamente una posizione idealista per un Paese civile !

D. Cosa è cambiato da quel 13 maggio 1978 al 13 maggio 2013 ?

R. Certamente niente ! E’ mancata, più che cambiata, la capacità di ascolto da parte delle Istituzioni. Purtroppo la nostra società, la gente comune, il cittadino non si sente tutelato dalle Istituzioni, perché esiste solo demagogia sommaria, relativismo imperante ed inutili litigiosità politiche Il tempo ha fin’ora dimostrato, in questo ambito sanitario, che sono passati 35 anni e le risposte avanzate dai cittadini e dalle associazioni sono portate ad ottenere risultati trascurabili e spesso irraggiungibili. Resta il fatto che la scienza medica e la ricerca scientifico-farmacologica, da noi auspicata nelle Petizioni inoltrate al Parlamento Italiano ed Europeo, fin’ora non hanno raggiunto traguardi vittoriosi e visibili nel miglioramento della salute di questi “malati”, anche perché scarseggiano strutture e modalità d’intervento più approfondite, facendoli restare i “desaparecidos della nostra civiltà”. In queste situazioni restano dimenticate le famiglie che vivono drammaticamente ora per ora minuto per minuto vicino al “malato” impotenti, sfiduciati, ma non rassegnati. Con le leggi 180 e 833 si intendeva superare il sistema di cura con la riconversione delle strutture capaci di garantire interventi integrati e dignitosi per il malato.

Occorre ridare speranza alla gente, alle famiglie e dignità ai malati, umanità alla società.

D. Ma cosa ha fatto la legge 180.

R. E’ evidente che ha portato ad un Bilancio negativo, ad un quadro desolante, ad un panorama di perplessità, perché la situazione dei malati psichici è rimasta tra solitudine, sofferenza e strutture allo status quo. Sono passati 35 anni da quel 13 maggio 1978 che portò tra mille polemiche alla chiusura dei “manicomi” e la medicina, pare, non voglia tornare indietro.

Il Governo, è disinteressato al “problema”. Il Parlamento non decide di porre in essere una legge-quadro di riforma.

Il Ministero della Salute, pare, che avverta il rischio di un ritorno ai “manicomi”, ma intanto provvede a nominare Comitati, Consigli e via dicendo producendo una burocrazia senza limiti. Lo stesso Ministero nelle “Linee d’indirizzo nazionale per la salute mentale” e recepite dalla Conferenza delle Regioni ha ammesso che sono aumentate le differenze tra nord e sud d’Italia, tra Regioni e Regioni, tra ambiti urbani e rurali destano preoccupazione alcuni segnali di arretramento rispetto ai livelli di destituzionalizzazione raggiunti.

D. Ma cosa non ha funzionato nella legge 180.

R. Ripeto, è mancata una serena valutazione dei limiti terapeutici vigenti nell’epoca, una frettolosa emanazione, una non prevista emarginazione del “soggetto” per nulla distinguibile dal vecchio manicomio.

La teoria basagliana vuole curare e non segregare il malato, ma eliminare la possibilità che il manicomio si riproduca in comunità terapeutiche o cliniche private. La 180 chiede che gli interventi atti alla prevenzione, cura, reinserimento sociale e riabilitazione devono essere attuati di norma dai servizi e dai presidi extraospedalieri :

1.)    quindi concede al privato, con costi elevati il “permesso” di “curare” il malato psichico;

2.)    inoltre, nei Reparti ospedalieri a volte non esiste la presenza psichiatrica ed i pazienti vengono sottoposti a cure accettabili e poi dimessi, per essere riammessi qualche tempo dopo.

La legge ha due movimenti d’interpretazione :

a.)    la legge va rivista. Va rimodernata perché parzialmente inutile, perché il privato copre il 50% delle esigenze del pubblico con alti costi ;

b.)    siamo favorevoli al potenziamento dei Dipartimenti di Salute mentale, ma contrari a quanti dicono e sostengono per nessun ricovero o ospedalizzazione, negando quindi la cronicità, favorendo il lucro

Le norme che regolano la 180 vanno rivedute in una proposizione che renda ragione e giustizia

D. Cosa chiedete al Governo ?

R. Bisogna tenere conto e quindi prioritario quanto abbiamo richiesto nelle n/s Petizioni n.5 e 6 al Senato della Repubblica( Commissione XII ) e n. 9 alla Camera dei Deputati ( Commissione XII°) :

1.)rivedere la legge Basagliain soli due punti :

a.)    l’autorizzazione al trattamento sanitario obbligatorio anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni.

b.)    la realizzazione di strutture territoriali di Riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravi un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli.

Queste due modifiche, con le dovute garanzie del rispetto del paziente e dei suoi familiari non hanno purtroppo trovato l’attenzione di qualche Deputato, per cui il Testo Unificato concordato Burani Procaccini complesso e controverso si è arenato in Parlamento nel 2005.

2.) la competenza di istituire Servizi di Riabilitazione territoriali e Servizi di vicinanza, che consentono di rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti noti o di persone ignote, è una competenza regionale. Purtroppo per la psichiatria si continua ad investire poco, malgrado l’evidenza che questa è un’area di disagio estremamente critica ed in aumento legata fra altro alla senescenza in forme miste ancora più complesse.

3.) l’aspetto sanitario è solo una parte del “problema”, in quanto l’aspetto sociale è altrettanto se non più importante. Il definire sostegni economici alle famiglie che si gravano dell’assistenza ai pazienti con handicap mentale, cioè il Fondo Dopodinoi, l’inserimento lavorativo e di sostegno con mediazione tra Azienda e paziente, il sostegno scolastico ecc., sono temi che competono ad altri Ministeri e che non sono mai stati affrontati in maniera decisiva.

4.) la prevenzione in età scolare dei disturbi del comportamento e delle psicopatie in Italia non viene fatta, malgrado si sappia che questa azione preventiva può consentire di affrontare le psicosi ( malattie del sistema nervoso dovute a causa congenite – nascita prematura, difficoltà respiratorie, lesioni celebrali ), mentre le nevrosi o turbe psichiche non psicotiche (sono la  facile irritabilità, difficoltà motorie, totale mancanza di fiducia negli adulti, paura di andare a scuola o di stare insieme ai coetanei ) ed in particolare la schizofrenia in modo migliore e più efficace.

Per fare questo è necessario aprire un Tavolo Tecnico composto da rappresentanti dei vari Ministeri, delle Regioni e del volontariato, onde fare una proposta condivisa data l’attenzione massima che, non solo in Italia, è riservata al tema del disagio mentale.

D.Cosa hanno fatto le Istituzioni e cosa chiedete al Governo.

R. I Governi che si sono succeduti dal 1978 non hanno saputo interpretare la realtà del disagio psichico. Nel 2005 il Senato ha compiuto una Indagine Parlamentare sulla situazione della malattia mentale, ma le conclusioni hanno stabilito e rilevato essenzialmente fallimentare lo stato di assistenza in Italia.

Il “rifugio naturale” per questi “desaparecido della nostra civiltà” è la Famiglia !

La “sede naturale” per la risoluzione di questo grave ed urgente disagio sociale è il Parlamento.

Nel 2008 è stata celebrata la “Giornata Internazionale della famiglia” voluta dall’ONU per moderne politiche sociali, in una parola che senza famiglia non c’è futuro per questi “desaparecidos della n/s civiltà..

Nel semestre di presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, la Svezia ha assunto nel programma di lavoro ed ha ritenuto opportuno apportare una migliore attuazione della “Convenzione europea per i diritti dell’uomo”, nonché il rispetto e la promozione dei valori e dei diritti dei bambini e dei disabili:

Ecco, resta il fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo senza “manicomi”, quindi è augurabile che l’Italia, e lo diciamo al Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, al nuovo Parlamento, alle Istituzioni TUTTE che si adeguino ai Trattati Internazionali di rispetto della dignità e dei diritti delle persone disabili e come diceva Dostojevskjì “ Una società va giudicata a seconda del trattamento che riserva ai malati di mente.

In conclusione, a 35 anni dall’emissione della legge 180 insiste una sola domanda : mentre le famiglie sono rimaste sole e con esse la società, quali risultati qualitativi sono stati raggiunti su una realtà così sconvolgente ?

Grazie, Signor Presidente, fra queste emergenze sociali dettate dall’isolamento relazionale e da condizioni quotidiane di arretramento dei servizi sociali e sanitari da Lei ampiamente commentate, troviamo, purtroppo, la popolazione di persone anziane, spesso ritenute improduttive, prive si solidarietà sociale fra le quali “spicca” la carenza di Case di Riposo, che conosciamo che Lei più e più volte ha sollecitato presso l’ambiente cattolico e sociale.

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