Cosa resta dei gelsomini?

di Anna Bono  17-12-2012

Mentre l’Egitto fa i conti con una svolta autoritaria che ha riportato nelle strade del Cairo e delle altre principali città centinaia di migliaia di persone, divise nei due fronti dei manifestanti contro il presidente Mohammed Morsi e dei suoi sostenitori, la Tunisia si accinge a celebrare il secondo anniversario dell’inizio della ‘rivoluzione dei gelsomini’, la rivolta popolare all’origine della cosiddetta “primavera araba”.

Il 17 dicembre 2010 Mohammed Bouazizi, un giovane venditore ambulante di Sidi Bouzid, veniva maltrattato e umiliato – e non era la prima volta – dalla polizia che inoltre gli sequestrava la merce e le bilance con il pretesto di essere sprovvisto di un permesso di vendita in realtà non necessario. Troppo povero per pagare tangenti in denaro o in natura per recuperarle, il ragazzo tentava di far valere le proprie ragioni presso l’ufficio del governatore. Al rifiuto di quest’ultimo di dargli udienza, acquistava del carburante e si dava fuoco per strada. Moriva poi il 4 gennaio 2011.

Il suo gesto disperato innescava manifestazioni di protesta sempre più affollate e minacciose da parte di una popolazione esasperata dalle proprie difficili condizioni di vita – specie i giovani, disoccupati e privi di prospettive – aggravate da recenti rincari dei generi di prima necessità e sempre più insofferente nei confronti della corrotta classe politica al potere, intenta soltanto ad arricchirsi lasciando la popolazione in balia di forze dell’ordine e funzionari altrettanto corrotti.

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