Cristiani, bersaglio facile del terrore a Nairobi | Mondo | www.avvenire.it

Se sia l’inizio di una spirale tragica come quella in cui da mesi è precipitata la Nigeria è difficile dirlo. Certo è che il tragico attentato di domenica in Kenya, con la morte di due bambini durante la Messa del catechismo, non può che incutere lo stesso timore nella comunità cristiana, lo stesso senso di mancata protezione. «Sia i vescovi sia i politici insistono che non siamo di fronte ad una guerra di religione, ma ad una questione politica, legata all’intervento del Kenya in Somalia – hanno sottolineato ieri fonti religiose locali all’Agenzia Fides – . Quest’ultimo attentato è visto quindi come una reazione alla conquista di Chisimaio, l’ultimo bastione degli shabaab nel sud della Somalia, da parte delle truppe keniane con l’appoggio di quelle dell’Unione Africana».

Il legame tra l’attacco alla parrocchia anglicana di San Policarpo a Nairobi e la conquista di Chisimaio era già stato evidenziato da forze di sicurezza locali poche ore dopo l’agguato. Per ora è un sospetto, non una certezza, ma la pista principale seguita da chi indaga è quella.

Domenica la tragedia si è consumata nel quartiere di Pangani, a due passi da quello di Eastleigh, soprannominato «piccola Mogadiscio», perché abitato per lo più da rifugiati somali o kenioti di origine somala che poi ha rischiato di essere vittima di una rappresaglia. «Negli ultimi giorni la polizia ha sequestrato grandi quantità di esplosivi trasportate da persone che si muovevano in auto e su autobus. C’è quindi tutto un movimento di cellule estremiste che stanno facendo arrivare a Nairobi e in altre aree del Paese, degli esplosivi per un’ondata di attentati», riferiscono ancora le fonti.

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