Cristiani in Cina, possibile inasprimento della repressione | Laogai

Joshua Philipp,Epoch Times 05.01.2015

I cristiani in Cina sono in pericolo: la religione sta diventando popolare e questo significa guai per il governo ateo del Partito Comunista cinese.

Alcuni ritengono che la Cina ospiti adesso fino a cento milioni di cristiani. Questo è un numero rilevante; anche il Falun Gong veniva praticato presumibilmente da cento milioni di persone quando il regime cinese lanciò la brutale persecuzione della pratica pacifica, basata sui principi di verità, compassione e tolleranza.

Il fatto è che, proprio come il Falun Gong che fu perseguitato dal 1999, il numero di cristiani in Cina potrebbe attualmente oltrepassare gli 85 milioni di persone che sono membri del Partito Comunista cinese.
Il regime cinese sta già avviando la repressione dei cristiani.

Durante la vigilia di natale il Daily News di New York ha riferito che solo nella provincia dello Zhejiang il regime cinese ha abbattuto croci in più di quattrocento chiese.

Nella foto: Cristiani cinesi pregano durante una messa nella chiesa protestante indipendente della metropolitana di Pechino, il 12 ottobre 2014. La Cina, Paese ufficialmente ateo, ha disposto una serie di restrizioni sui cristiani e autorizza la pratica legale del culto solo nelle chiese approvate dallo Stato. (Kevin Frayer/Getty Images)

Durante la settimana natalizia a Wenzhou, città dello Zhejian, il regime cinese ha proibito qualunque festeggiamento del natale nelle scuole materne, medie e superiori, secondo il Daily News.

«In passato abbiamo avuto delle linee guida sulle vacanze straniere quali il Natale, ma quest’anno è la prima volta che è stato emesso un avviso più chiaro», riferisce un funzionario dell’educazione secondo il Daily News.

Il regime cinese ha obbligato i preti cristiani e gli studenti di religione a partecipare a unseminario nazionale a Pechino ad agosto, secondo il Daily News, durante il quale gli è stato insegnato a mantenere la fede cristiana libera dalle influenze straniere e ad adattarla alla Cina.

Mantenere la cristianità in Cina ‘libera dalle influenze straniere’ è un’espressione tendenziosa. Le parole qui utilizzate sono importanti e risalgono al periodo durante il quale il regime cinese stava distruggendo le religioni tradizionali per creare la propria versione con cui sostituirle.

NUOVE RELIGIONI

Durante gli anni 50 il Partito Comunista cinese stava spazzando via ogni cultura tradizionale e credenza. Mentre arrestava e uccideva gli abati buddisti e i sacerdoti taoisti, il Partito Comunista cinese istituiva due organizzazioni per creare la propria versione delle religioni.

Per il Buddismo, il Partito Comunista istituì nel 1952  l’Associazione dei buddisti cinesi. Per il Taoismo fondò nel 1957 la Chiesa taoista cinese. Entrambe le nuove organizzazioni iniziarono a promuovere forme alterate delle religioni tradizionali che rifiutavano molte delle pratiche tradizionali.

Entrambe poi dichiaravano di trovarsi «sotto il leader del Governo del Popolo».
Coloro che rifiutavano di prendere per buono quanto asserito dalle religioni alterate venivano perseguitati. Epoch Times ha osservato nella pluripremiata serie editoriale dei Nove Commentari che «i buddisti e i taoisti devoti che si attenevano ai precetti tradizionali venivano etichettati come contro-rivoluzionari o appartenenti a sette superstiziose o società segrete».
«Dietro lo slogan rivoluzionario del ‘purificare i buddhisti e i taoisti’ – si legge – venivano imprigionati, costretti a ‘cambiare tramite il lavoro’ o persino giustiziati».

LA CHIESA DELLA TRINITÀ

Anche il Cristianesimo e il Cattolicesimo vennero soggetti a simili alterazioni nella Cina di quel tempo, e questo si ricollega al mantenere la ‘fede libera dalle influenze straniere’.

La frase risale alla Chiesa della Trinità, fondata nel 1950 da Wu Yaozong, che formava parte della Conferenza politica consultiva del Comitato permanente.

La nuova chiesa si basava sull’idea di indipendenza dalle influenze straniere, dietro il pensiero di ‘autoamministrazione, autosostentamento e autopropagazione’.

Wu rifiutava anche la fede nei miracoli di Gesù e, come osservava Epoch Times nei Nove Commentari, «non riconoscere i miracoli di Gesù equivale a non riconoscere il Paradiso di Gesù. Come ci si può reputare cristiani quando non si riconosce neppure il Paradiso al quale è salito Gesù?»

Quando Wu camminò nella Grande Sala del Popolo, i Nove Commentari hanno osservato: «Deve essersi completamente dimenticato delle parole di Gesù: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il grande e il primo comandamento” (Matteo, 22: 37-38), e “Rendete dunque a Cesare quel ch’è di Cesare e a Dio quel ch’è di Dio” (Matteo, 22:21)».

Fondamentalmente, proprio come il regime cinese ha fatto con il Buddismo e il Taoismo, anche in questo caso voleva creare una nuova religione che fosse «sotto il leader del governo del popolo». Allo stesso modo ai cattolici in Cina non è permesso riconoscere il Papa.

DIVERSA FONTE DI AUTORITÀ

«Non è la religione di per sé che preoccupa tanto il Partito Comunista – osserva il Guardian in una storia recente sulla soppressione dei cristiani sotto il regime cinese – Quanto il fatto che le persone religiose riconoscano una diversa fonte di autorità e siano quindi una potenziale minaccia per lo Stato».

«Questo era ovviamente anche il problema di Erode, e il motivo per cui mandò i soldati a cercare e a uccidere i bambini nati nella città reale di Davide», dichiara. «Sicuramente quando i cristiani dicono che Gesù è il Signore e il Re, stanno facendo una dichiarazione politica: Cesare non lo è. È una questione di massima lealtà. Non sorprende che le autorità cinesi siano preoccupate».

I recenti sviluppi con il Cristianesimo in Cina sono alquanto importanti. I gruppi cristiani tradizionali attualmente perseguitati in Cina fanno parte del Movimento dei Cristiani Indipendenti, che non segue la tendenza guidata dallo Stato della religione.

La dura repressione del regime cinese alle chiese autorizzate, ai simboli religiosi e alle vacanze religiose mostra che il regime sta diventando sempre più restrittivo per quanto riguarda la religione e le tradizioni ad essa connesse.

RISCHIARE UNA PIÙ INTENSA PERSECUZIONE

Andando avanti, la questione sarà se il regime cinese riuscirà a mantenere la propria tendenza modificata della pratica cristiana o se invece i cristiani in Cina sceglieranno di seguire una versione inalterata della religione, rischiando un inasprimento della persecuzione di cui stanno già soffrendo.

Come chiede il Guardian, «se il Cristianesimo non avesse amici potenti all’estero, la Cina lo perseguiterebbe proprio come fa con il Falun Gong?»

La risposta non è così semplice; il Falun Gong ha attualmente molti sostenitori all’estero, e ne ha avuti sin da quando è iniziata la persecuzione, ma perfino questo non è stato abbastanza da fermare il Pcc.

La Camera dei rappresentanti degli Usa ha approvato la prima risoluzione che condanna la persecuzione del regime cinese del Falun Gong il 18 novembre del 1999, appena dopo che il regime cinese aveva lanciato questa stessa persecuzione il 20 luglio del 1999. La Camera ha in seguito approvato altre tre risoluzioni aggiuntive, nel 2002, nel 2003 e nel 2010.

Il Falun Gong ha ricevuto un sostegno simile – e vi sono state simili condanne della persecuzione della pratica anche in Cina – dall’Onu, dai Governi di diversi Paesi, da Amnesty International e da Human Rights Watch.

Il vero problema che affronta il Falun Gong in termini di pressioni internazionali contro la persecuzione in Cina è che quando nel 1999 è iniziata la persecuzione, il Partito Comunista cinese ha fatto seguire una massiccia campagna di propaganda che diffondeva false informazioni sulla pratica, ancora poco conosciuta fuori della Cina.

Il regime cinese da allora ha costruito una campagna di propaganda facendo pressioni ai media stranieri per evitare di riferire notizie sul Falun Gong. È una persecuzione che ha colpito un abitante della Cina su 12, rimanendo oggi una delle più grandi storie nel Paese. Uno degli esempi più recenti è avvenuto ad aprile quando il Reader’s Digest è stato obbligato a ritirare una storia – da pubblicare fuori della Cina – perché faceva riferimento alla persecuzione del Falun Gong.

La cosa importante da osservare, riguardo l’inasprimento della repressione dei cristiani da parte del regime cinese, è capire se il regime proverà a convincere il mondo straniero che i movimenti indipendenti cristiani sono in qualche maniera un pericolo per il Paese, e se questo potrà fuorviare o mettere a tacere la stampa estera.

Fonte,Epoch Times,http://www.epochtimes.it/news/cristiani-in-cina-possibile-inasprimento-della-repressione—127768

Articolo in inglese: China’s Christians May Soon Face Harsher Crackdown

viaCristiani in Cina, possibile inasprimento della repressione | Laogai.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Asia. Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.