CRISTIANOFOBIA. UCCISO UN CRISTIANO OGNI 5 MINUTI

(29/12/2012)Non è solo uno slogan quello che ha lanciato il professore Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa in Italia, intervistato da Radio Vaticana, ma è un dato realistico che scaturisce dal centro forse più avanzato di statistica religiosa fondato e diretto – fino alla sua morte nel 2011 – da David Barret, negli Stati Uniti. “Secondo questo centro, – afferma Introvigne – si stima che anche quest’anno, nel 2012, siano stati uccisi per la loro fede 105 mila cristiani: questo significa un morto ogni 5 minuti. Le proporzioni, dunque, sono spaventose…”. Su questo argomento, qualche mese fa, il professore Introvigne intervenendo a Milano in un convegno sulla libertà religiosa, diceva che la gente è attenta finchè racconti fatti di violenza più o meno cruenta che vedono coinvolti uomini e donne cristiane, ma appena inizi a fare i nomi degli assassini, dei persecutori, allora l’attenzione viene meno e si passa ad altro.
In pratica l’unica persona che ha il coraggio di denunciare la massiccia persecuzione dei cristiani nel mondo e quindi di individuare i persecutori è il Papa Benedetto XVI, ecco perché viene contrastato in tutti i modi. Purtroppo anche il mondo cattolico spesso si dimentica di denunciare le violenze nei confronti dei cristiani, tranne qualche isolata associazione come l’ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre) o qualche coraggioso giornalista che pubblica libri ben documentati come quello che ho letto in questi giorni. “Cristianofobia. La nuova persecuzione”, di René Guitton, edito da Lindau (Torino 2010). “Un libro che ogni cristiano dovrebbe leggere. E che dovrebbe leggere chiunque abbia a cuore la libertà di pensiero, di coscienza e di religione”.
Guitton, infaticabile viaggiatore tra Oriente e Occidente, basandosi su fonti di assoluta attendibilità, su una meticolosa ricerca condotta sui territori e sulle testimonianze dirette dei protagonisti, compone un vero e proprio “libro nero della cristianofobia”, che rappresenta un grido di dolore e di ribellione, un appello alla mobilitazione di tutti e una lezione di fratellanza. Guitton racconta il saccheggio di chiese e abitazioni e la profanazione di cimiteri, di crocifissioni, roghi di persone vive, mutilazioni, decapitazioni a colpi di accetta. Tutto avviene, “Poco lontano dai nostri confini(…) accade nel silenzio della comunità internazionale, dimentica del fatto che ‘la libertà di pensiero, di coscienza e di religione’ è sancita dalla dichiarazione dei diritti dell’Uomo”.

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