Davanti a Dio e alla Storia: la testimonianza di Domenico Quirico. di F. M. Agnoli | Identità Europea

Lo dico in tutta sincerità e, dal momento che sono cattolico praticante, a mio disdoro. Ero convinto che la veglia di preghiera per la pace indetta da Papa Francesco fosse una bellissima manifestazione di fede e ungrido di protestaa nomedi tutti quei cittadini delmondo che non contano nulla, ma destinata a mancare lo scopo principale: evitare la guerra. Non perché Dio non possa tutto, ma perché rispetta la libertà degli uomini fino al punto da evitare quei miracoli clamorosi (e per Obama e i suoi consiglieri, tanto è la loro proterva ostinazione, ne servirebbe uno di proporzioni mai viste) che li costringerebbero a credere e a pentirsi.

Eppure le vie del Signore sono infinite. Nella circostanza una di queste è stata la liberazione, proprio nel momento topico della vicenda, del giornalista italiano Domenico Quirico e del suo compagno di avventura e prigionia, il professore belga Pierre Piccinin.

Le testimonianze del giornalista e del professore, assolutamente concordi sui fatti nonostante il pronto tentativo di una parte dei mass-media italici di distinguere per creare confusione e ammorbidirne l’impatto, hanno rivelato cosa sia (o cosa sia diventata) la rivoluzione siriana e fornito decisivi indizisulle responsabilità nell’uso del gas sarin.

Su una cosa ormai non sono possibili dubbi. Altroché primavera araba. La rivoluzione siriana è oggi nelle mani di banditi, tagliagola e jihadisti, questi ultimi, per altro, imigliori di tutti.

Quirico e Piccinin, che credevano ancora nella rivoluzione laica e democratica, erano entrati in Siria affidandosi all’Esercito di Liberazione Siriano, che gode di ottima stampa in Usa e in tutto l’Occidente, e sono stati ceduti alla banda capitanata da un taglieggiatore che si fa chiamare Abu Omar e li ha poi passati al gruppo Al Faruk. Anche questo gode della fiducia occidentale, ma Quirico e Piccinin lo descrivono come una banda di saccheggiatori cui importa solo di impinguare la borsa. Da Al Faruk i due prigionieri, trattati fin dal primo giorno nel peggiore dei modi, sono stati girati alla brigata di Jabat Al Nusra, cheQuirico classificacome l’ Al Qaeda siriana. Questo non gli impedisce però di riconoscere che i suoi componenti, che vogliono costituire in Siria e in tutto il Medio Oriente uno stato islamico e considerano gli occidentali nemici giurati, sono stati gli unicia tenere nei loro confronti un comportamento umano. Dopo questo intervallo, di nuovo con il presunto Abu Omar e ancora Al Faruk, è ricominciata la giostra di botte, digiuno, finte esecuzioni e l’odio (vecchi e bambini inclusi) che si taglia a fette (ma sull’odio per gli occidentali e le sue cause, anchenoi dobbiamo riflettere).

La sintesi di Quirico: “Siamo stati picchiati ogni giorno dall’esercito Libero Siriano e poi venduti. Ci hanno trattato bene solo gli affiliati di Al Qaeda”.

Quanto all’uso delle armi chimiche Quirico e Piccinin hanno dichiarato esattamente le stesse cose. Attraverso lo spiraglio di una portahanno ascoltato la conversazione telefonica, via Skype, di tre rivoluzionari, uno dei qualipresentatosi come generale dell’Esercito di Liberazione Siriano, a proposito dell’uso del gas sarin in due quartieri di Damasco, del quale i due prigionieri non sapevano nulla. Entrambi hanno sentito i tre attribuire l’operazione ai ribelli come una provocazione per indurre l’Occidente a intervenire militarmente in Siria. Piccinin ne ha tratto la convinzione che il regime di Assad non c’entra nulla. Più cauto Quiricoha ritenuto di non poterededurre giudizi conclusivi da una conversazionefra soggetti a lui sconosciuti e priva di riscontriobiettivi.

Nonostante la prudenza del giornalista italiano, resta il fatto chegrazie alla testimonianza di duecittadini di due piccoli paesi della provinciaeuropea, Obama, la guida del più potente impero del mondo, adesso è nudo davanti a Dio e alla Storia.

Francesco Mario Agnoli

Fonte: Davanti a Dio e alla Storia: la testimonianza di Domenico Quirico. di F. M. Agnoli | Identità Europea.

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